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de Kerangal, l'Italia nel prossimo romanzo

La scrittrice francese a Torino con 'Corniche Kennedy'

(ANSA) - TORINO, 14 MAG - MAYLIS DE KERANGAL, CORNICHE KENNEDY (FELTRINELLI, PP. 144, EURO 15,00).
    Un gruppo di ragazzi spericolati che sfidano la vita lanciandosi dalla scogliera sul lungomare di Marsiglia. Sono i protagonisti di 'Corniche Kennedy' di Maylis de Kerangal che esce ora in Italia per Feltrinelli nella traduzione di Maria Baiocchi e arriva al Salone del Libro di Torino alla vigilia della chiusura di un'edizione boom di visitatori. Uscito in Francia nel 2008 e diventato un film di Dominique Cabrera, inserito come lettura consigliata per gli studenti dei licei francesi, è un romanzo importante per scoprire il percorso dell'autrice di 'Riparare i viventi' e 'Lampedusa'. "E' una gioia che Feltrinelli abbia voluto pubblicare questo romanzo che per me è stato importante dal punto di vista della scrittura, letterario" dice all'ANSA Maylis de Kerangal, che sta rivedendo le bozze del suo nuovo libro, in uscita in Francia a metà settembre 2018. "La protagonista è una pittrice ventenne che fa effetti trompe l'oeil. Fa delle riproduzioni, crea delle illusioni. La seconda parte è ambientata in Italia, a Cinecittà, vicino a Genova dove lei cerca marmi e altri materiali" racconta la de Kerangal, tra le più importanti scrittrici francesi contemporanee.
    "C'è qualcosa in Italia che mi sconvolge. E' il rapporto con le rovine, con la storia e la bellezza. Quando vedo la foto che è stata scelta per 'Corniche Kennedy' - con il tuffo di un ragazzo da un'alta scogliera mentre gli amici lo guardano - mi ricordo che sono stata influenzata da alcuni autori e da un certo cinema italiano. Mi sento vicina, ritrovo qualcosa di Pier Paolo Pasolini. E poi sono state importanti le letture di Cesare Pavese, Leonardo Sciascia. C'è un'ispirazione italiana, forse, nella mia scrittura" dice l'autrice che nel nuovo libro esce dall'adolescenza, ma mantiene un rapporto con l'iniziazione.
    "Resta il rapporto con i giovani, però meno dal punto di vista del passaggio all'adolescenza, qui è piuttosto su come trovare il proprio posto nel mondo" racconta. E, a differenza di 'Corniche Kennedy' "nel nuovo romanzo non è più un gruppo ma una ragazza che seguiamo nel libro". La piattaforma sotto la 'Corniche Kennedy' dove si trovano tutti i giorni i ragazzi è il luogo della sfida che la scrittrice trova "affascinante e incredibile. Il loro è un rischio fisico. C'è in loro purezza e violenza e questo mi colpisce molto". E i giovani di oggi? "In Francia attualmente c'è una gioventù molto mobilitata contro la politica del governo. E questo ci dice anche che i giovani rimangono una potenzialità di opposizione. C'è una forma di libertà nella presa di rischio, è un atto politico. La mobilitazione degli studenti è radicale. E' molto forte e stupefacente vedere che nella società i fermenti vengono sempre dai giovani" dice la de Kerangal.
    Ecco perché forse l'adolescenza è una sorta di filo rosso in tutti i suoi romanzi. "La gioventù mi interessa come un motivo di decoro in pittura, è qualcosa che ha una forma di energia vitale e corporea. L'energia di un corpo che sta per diventare qualcos'altro. E' questo momento di passaggio che mi appassiona.
    Il cominciare, tutto ciò che appartiene alla nascita" spiega.
    "Ci sono autori per cui fin dal primo libro è tutto chiaro, mentre io mi considero una scrittrice del movimento, in divenire. Le cose bisogna conquistarle" racconta la de Kerangal che segue il movimento della sua scrittura.
   

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