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Da Kurdistan a Valsusa, lotta e amore

Da Kurdistan a Valsusa, lotta e amore

Senza chiedere il permesso di Ezel Alcu, prefazione Zerocalcare

AOSTA, 06 maggio 2018, 14:09

Enrico Marcoz

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Dal Kurdistan alla Val di Susa, passando per le pagine di Zerocalcare. La storia e il pensiero di Ezel Alcu, attivista curda e rifugiata politica dal 2009, sono raccolte nel libro 'Senza chiedere il permesso. Il mondobastardo' (End edizioni), che sarà presentato il 13 maggio (ore 17.30) al Salone del Libro di Torino.
    In 124 pagine si alternano brani in prosa, poesie e fotografie, immagini dal Kurdistan, da Torino e dalla Val di Susa. Con la prefazione di Zerocalcare (assieme all'autrice ha viaggiato in Kurdistan e lei è uno dei principali personaggi del fumetto cult 'Kobane calling'). "E' un libro - si legge nella presentazione - in cui risuonano diverse voci, parole che sono espressione della personalità dirompente e contraddittoria dell'autrice, ma che riportano anche altre voci, quelle di luoghi lontani dove si combatte una guerra lunghissima e infinite battaglie, sanguinose e drammatiche".
    "E' fin da piccola - spiega Ezel Alcu all'ANSA - che amo scrivere poesie, ho preso da mio padre. La prima poesia che ho scritto si intitolava 'La farfalla che si avvicina al fuoco' ed era dedicata ad una detenuta nelle carceri turche che si era data fuoco. Avevo nove anni. Da allora scrivo per comunicare dolori, gioie, pensieri, progetti, storie. Racconti di lotta e di amore. Lotta contro il destino che qualcuno vuole per noi curdi e amore per la mia terra e i miei compagni". Ezel Alcu è arrivata in Italia nel 2009, in Valle d'Aosta, dove le è stato riconosciuto lo status di 'rifugiata politica'. Ai piedi del Monte Bianco ha imparato l'italiano, alla scuola serale. "Sono sempre stata determinata e testarda - aggiunge - ma non pensavo che un giorno avrei scritto un libro. La mia aspirazione artistica era di diventare ballerina di danze popolari, la guerra mi ha spinto però a fare altro".
    Ezel Alcu si definisce una "donna di Mesopotamia, fiera di questa ricchezza". "Sono una cittadina del mondo - sottolinea - che rifiuta questo Sistema e vuole cercare un'alternativa. Come accade in Rojava. Per questo ho lottato, lotto e continuerò a lottare. Non sono una ragazza piena di miracoli, nella mia strada ci sono state tante persone ad accompagnarmi, è stato un percorso lungo, alcuni sono caduti, altri stanno a migliaia di chilometri lontani, tanti altri ancora mi stanno a fianco".
    Tutti insieme "contro il mondobastardo".
   

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