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A regola d'arte, Tura chiude saga

A regola d'arte, Tura chiude saga

Torna l'asse poliziesco McBride-Gerace

ROMA 3 MAG, 03 maggio 2018, 17:21

Patrizio Nissirio

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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 STEFANO TURA, 'A REGOLA D'ARTE' (PIEMME, PP.360, EURO 18,50) Una misteriosa linea di sangue unisce l'Italia, e la riviera romagnola in particolare, al Regno Unito, e lungo questa linea di paura e mistero si muovono il detective britannico Peter McBride e il commissario italiano Alvaro Gerace.
    Stefano Tura, giornalista da anni corrispondente Rai da Londra e autore di una ormai consistente serie di romanzi dai toni cupi e violenti, torna con il terzo ed ultimo capitolo - dopo 'Tu sei il prossimo' e 'Il principio del male' - della saga di Filippo il Pagliaccio, abile criminale nascosto dietro una maschera grottesca. La cui area d'azione potrebbe andare ben oltre i confini italiani.
    L'inizio del libro, in perfetto stile Tura, è macabro ed oscuro: Achille de Vitis un importante esponente dell'imprenditoria italiana a Londra viene trovato morto in una galleria d'arte durante un vernissage, quasi fosse un'opera d'arte particolarmente realistica. L'indagine londinese, assai delicata, viene affidata al dirigente di Scotland Yard James Riddle. Nel frattempo, in tutt'altro contesto, a Brixton, celebre quartiere popolare e multietnico, sparisce una bambina. Come in una sceneggiatura, le varie vicende finiscono per incontrarsi in maniera complessa ed intricata, e i protagonisti saranno ancora una volta Peter McBride, un ex balordo diventato detective senza timori reverenziali per chicchessia, e Gerace, che non ha mai accettato di chiudere le indagini sui bambini scomparsi in Romagna, anche perché il suo elusivo criminale, Filippo il Pagliaccio, gli ha scritto un messaggio in cui gli chiede di fermare la sua follia sanguinaria. E la morte di de Vitis sembra essere il punto di svolta di tutte le vicende.
    Protagonista silenziosa, proprio quella Londra brillante per soldi e potere, ma con un perenne lato oscuro, con i suoi ambienti umani e sociali tanto lontani, che Tura racconta da anni dagli schermi Rai. Un libro che, nonostante la mole, scorre in maniera avvincente, e che saprà incollare alla lettura ancora una volta i non pochi fan di Gerace e McBride.
   

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