(ANSA) - ROMA, 12 APR - GIUSEPPE CESARO, 'INDIFESA' (LA NAVE DI TESEO, PP. 297, 16 EURO). Andrea è un nome da uomo in italiano, ma da donna in molte altre lingue del mondo. E questo rappresenta un'ancora di salvezza identitaria, nel fluire amaro della sua esistenza, per il protagonista di 'Indifesa', il bel romanzo di esordio di Giuseppe Cesaro.
"Mi chiamo Andrea. E questo mi ha salvato", chiarisce nella prima riga del libro. E inizia a spiegarci perché. L'autore (classe 1961) ha cominciato a scrivere professionalmente alla fine degli anni Ottanta, pubblicando articoli, racconti, romanzi brevi e graphic novel, e collaborando alla realizzazione di romanzi, mémoire, saggi, biografie e sceneggiature per alcuni tra i più importanti editori nazionali. Musicista lui stesso, dal 1998 è consulente artistico e ai testi di Claudio Baglioni. Era dunque inevitabile che si cimentasse ad un certo punto in prima persona con la narrativa. E lo fa in un romanzo che raccontando la dolorosa, malinconica ed a tratti violenta esperienza di Andrea, porta il lettore all'interno di un'esistenza dominata dalla riflessione come mezzo per combattere l'asprezza della realtà.
Andrea deve difendersi e lo fa con la profondità, antidoto all'emarginazione a cui viene condannato dai compagni di scuola, da certi silenzi ed incomprensioni in famiglia, dalla difficoltà di essere sempre all'altezza di aspettative spietate. Cesaro racconta con maestria di linguaggio questo percorso - a tratti dal sapore anche autobiografico - condendolo di ragionamenti originali ed affascinanti sulla condizione umana, le sue pene e i suoi raggi di luce. Il protagonista si ritrova solo quando un'altra viaggiatrice solitaria, l'ex compagna di scuola Livia, lo accoglie ignorando quella diversità che lo accompagna da sempre. E da lì trae le sue conclusioni sulla vita e le lezioni che impartisce, e su come ci si possa rialzare da brutture, violenza, isolamento e muri eretti da chi segue sempre e comunque gli schemi.
'Indifesa' è un romanzo duro, spesso commovente, nelle cose che racconta, ma dove l'eleganza e la ricchezza della lingua diventano fari per la ricerca delle verità, le ispirazioni e le rotte da seguire quando la vita continua a impartire le sue spietate lezioni. (ANSA).