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Il sionismo raccontato da un 'gentile'

Il sionismo raccontato da un 'gentile'

Le parole e la musica di Carlo Giacobbe per una storia politica

ROMA, 23 marzo 2018, 12:46

Massimo Lomonaco

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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      CARLO GIACOBBE: 'IL SIONISTA GENTILE' (EURILINK UNIVERSITY PRESS; PP.261 CON CD; 25 EURO).
    Parole e musica per un tema unico e importante: il sionismo.
    Raccontato - come avverte l'autore dal titolo del libro - da 'gentile': ovvero da un non ebreo che nutre profonda adesione per una storia nazionale e politica dalle vaste implicazioni in atto ancora oggi. Con una premessa: Carlo Giacobbe - che è stato corrispondente dell'ANSA in Israele e non solo - sa di cosa parla. La scelta a favore dello stato ebraico, indipendentemente da chi sia l'altro in un ipotetico e nefasto gioco della torre, ha solide basi nate e alimentate dalla sua esperienza sul campo e dalla conoscenza dei temi in questione. Non è, tuttavia, una difesa aprioristica, non risparmia critiche anche aspre, non tace su una vulgata talvolta opportunista presente in questo campo e non fa sconti né alla destra né alla sinistra nelle loro posizioni sullo stato ebraico e sul conflitto con i palestinesi.
    Soprattutto alla seconda, che Giacobbe dice di avere come riferimento ideologico. Se il punto fermo è uno solo - "essere contro il sionismo, oggi come ieri, vuol dire essere contro l'esistenza di Israele" - questo non significa però aderire alla politica di tutti i governi israeliani che - ricorda Giacobbe - "peraltro incontrano spesso il dissenso anche radicale di molti cittadini e di chiunque giudichi negativamente certe politiche soprattutto recenti". Del sionismo raccontato dall'autore - che è "uno ma che può avere volti differenti" - l'aspetto principale preso in esame (e adottato) è il "maggioritario". Quello, spiega Giacobbe, "ispirato ai principi del socialismo e che successivamente si evolve nel socialismo riformista da cui in Israele sarebbe scaturito il Partito Laburista". E quindi né la forma comunista (che rivendica uno stato binazionale israelo-palestinese) né la religiosa né quella 'revisionista', di destra, opera di Zeev Jabotinsky (questi ultimi due al potere oggi nello stato ebraico). Nella prima parte del libro, dunque, Giacobbe analizza i leader del sionismo 'maggioritario': Theodor Herzl, Chaim Weizmann, David Ben-Gurion, Golda Meir, Yitzhak Rabin. Non è un caso che questa parte del volume si concluda con 'Arringa per la mia terra', un formidabile testo scritto oltre 40 anni fa dall'artista multiforme Herbert Pagani. Una difesa appassionata del diritto di Israele ad esistere, richiamata anche nella prefazione al libro firmata dal presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello. Se dunque il sionismo ha "volti differenti", ben li mostra i 18 brani scelti - e interpretati insieme a vari artisti - dall'autore, che è anche cantante. Uno spaccato musicale multilingua: dall'yiddish al giudeo-spagnolo, all'ebraico di 'Shir laShalom' (Canto alla Pace). La canzone, questa, intonata insieme alla folla da Rabin prima di essere ucciso il 4 novembre 1995 da un ebreo radicale di destra, al termine di una grande manifestazione per la pace a Tel Aviv.
   

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