(di Alessandra Baldini) JOHN
LE CARRE', 'UN PASSATO DA SPIA' (Mondadori, pag. 259, Euro
19,00).
Peter Guillam, il fedele discepolo di George Smiley, e' ormai
vecchio e in pensione. Vive in una fattoria della Bretagna, ma
viene richiamato a Londra per spiegare il suo ruolo nell'aiutare
Smiley a mettere in piedi l'operazione che costo' la vita a Alec
Leamas e Elizabeth Gold in "La Spia che Venne dal Freddo". Il
passato di Guillam (il leale Benedict Cumberbatch nel film "La
talpa" che vede Gary Oldman nelle parti di Smiley) lo sta
richiamando. Quelle che un tempo erano considerate le più famose
operazioni di spionaggio nelle quali erano coinvolti personaggi
del calibro di George Smiley, Leamas, Jim Prideaux, e lo stesso
Guillam, vengono ora analizzate e investigate da una nuova
generazione che non ha alcuna memoria di quegli anni. David
Cornwell, alias John Le Carrè, ricomincia di qui. Chi è davvero
responsabile di atti commessi molti anni prima in nome di
qualcosa che non esiste più? Oltre 50 anni anni dopo "La Spia
che Venne dal Freddo", il leggendario maestro della spy story ne
ha scritto un sequel che e' anche un prequel, in uscita oggi
nelle librerie italiane edito da Mondadori.
Per l'86enne scrittore ed ex agente dell'MI6, "Un passato da
spia" e' il 24esimo romanzo. Il libro prende le mosse nella
Londra di oggi oltre mezzo secolo dopo la tragica conclusione
dell'operazione fallita all'ombra del Muro di Berlino. La nuova
avventura non potrebbe essere piu' attuale, sullo sfondo delle
tensioni contemporanee che hanno coinvolto spie russe sulle due
sponde dell'Atlantico e le accuse di interferenze del Cremlino
nelle elezioni americane e europee che continuano a dominato le
prime pagine dei giornali.
"Il patriottismo e' morto. Il patriottismo e' per neonati",
dice uno dei protagonisti dell'ultimo romanzo in cui una nuova
generazione di spie fa le bucce ai "grandi vecchi" dell'epoca
della Guerra Fredda: "Se questo caso diventa internazionale, il
patriottismo non funzionerà come giustificazione".
"A Legacy of Spies" intreccia passato e presente.
Reclamizzato nel Regno Unito, dove e' uscito la scorsa estate,
come il primo romanzo di Smiley in 25 anni - l'ultimo, che
doveva essere davvero l'ultimo, fu "The Secret Pilgrim" - in
realta' relega l'eroe apparso per la prima volta nel 1961 in
"Call for the Dead" - e poi anche "La Talpa" e "Smiley's People"
- in un ruolo minore. Il vero protagonista del nuovo romanzo e'
Guillam. Mezzo sangue (francese), donnaiolo e bevitore, Peter
era il capo dei "Cacciatori di scalpi" incaricati dal "Circus"
delle operazioni più pericolose, ed è lui a reggere questo
viaggio a ritroso nel tempo con cui Le Carré completa il puzzle
iniziato oltre cinquant'anni fa.
Alla fine, quando Guillem si accomiata da Smiley, l'incontro
è in una biblioteca al confine svizzero-tedesco, la spia quasi
centenaria e per nulla rimbambita "in maglioncino rosso e
pantaloni di velluto giallo brillante" si rivela un acceso
tifoso dell'Unione Europea. La location strizza l'occhio al fan:
alla fine del suo libro di memorie "The Pigeon Tunnel", Le Carrè
rivela che le Alpi Svizzere sono il suo posto preferito, che li'
ha costruito un piccolo chalet con i soldi guadagnati con "La
Spia che venne dal Freddo".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA