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Le Carrè manda Smiley in pensione

Le Carrè manda Smiley in pensione

Un Passato da Spia fa bucce agli eroi della Guerra Fredda

NEW YORK, 30 gennaio 2018, 09:42

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(di Alessandra Baldini) JOHN LE CARRE', 'UN PASSATO DA SPIA' (Mondadori, pag. 259, Euro 19,00).
    Peter Guillam, il fedele discepolo di George Smiley, e' ormai vecchio e in pensione. Vive in una fattoria della Bretagna, ma viene richiamato a Londra per spiegare il suo ruolo nell'aiutare Smiley a mettere in piedi l'operazione che costo' la vita a Alec Leamas e Elizabeth Gold in "La Spia che Venne dal Freddo". Il passato di Guillam (il leale Benedict Cumberbatch nel film "La talpa" che vede Gary Oldman nelle parti di Smiley) lo sta richiamando. Quelle che un tempo erano considerate le più famose operazioni di spionaggio nelle quali erano coinvolti personaggi del calibro di George Smiley, Leamas, Jim Prideaux, e lo stesso Guillam, vengono ora analizzate e investigate da una nuova generazione che non ha alcuna memoria di quegli anni. David Cornwell, alias John Le Carrè, ricomincia di qui. Chi è davvero responsabile di atti commessi molti anni prima in nome di qualcosa che non esiste più? Oltre 50 anni anni dopo "La Spia che Venne dal Freddo", il leggendario maestro della spy story ne ha scritto un sequel che e' anche un prequel, in uscita oggi nelle librerie italiane edito da Mondadori.
    Per l'86enne scrittore ed ex agente dell'MI6, "Un passato da spia" e' il 24esimo romanzo. Il libro prende le mosse nella Londra di oggi oltre mezzo secolo dopo la tragica conclusione dell'operazione fallita all'ombra del Muro di Berlino. La nuova avventura non potrebbe essere piu' attuale, sullo sfondo delle tensioni contemporanee che hanno coinvolto spie russe sulle due sponde dell'Atlantico e le accuse di interferenze del Cremlino nelle elezioni americane e europee che continuano a dominato le prime pagine dei giornali.
    "Il patriottismo e' morto. Il patriottismo e' per neonati", dice uno dei protagonisti dell'ultimo romanzo in cui una nuova generazione di spie fa le bucce ai "grandi vecchi" dell'epoca della Guerra Fredda: "Se questo caso diventa internazionale, il patriottismo non funzionerà come giustificazione".
    "A Legacy of Spies" intreccia passato e presente.
    Reclamizzato nel Regno Unito, dove e' uscito la scorsa estate, come il primo romanzo di Smiley in 25 anni - l'ultimo, che doveva essere davvero l'ultimo, fu "The Secret Pilgrim" - in realta' relega l'eroe apparso per la prima volta nel 1961 in "Call for the Dead" - e poi anche "La Talpa" e "Smiley's People" - in un ruolo minore. Il vero protagonista del nuovo romanzo e' Guillam. Mezzo sangue (francese), donnaiolo e bevitore, Peter era il capo dei "Cacciatori di scalpi" incaricati dal "Circus" delle operazioni più pericolose, ed è lui a reggere questo viaggio a ritroso nel tempo con cui Le Carré completa il puzzle iniziato oltre cinquant'anni fa.
    Alla fine, quando Guillem si accomiata da Smiley, l'incontro è in una biblioteca al confine svizzero-tedesco, la spia quasi centenaria e per nulla rimbambita "in maglioncino rosso e pantaloni di velluto giallo brillante" si rivela un acceso tifoso dell'Unione Europea. La location strizza l'occhio al fan: alla fine del suo libro di memorie "The Pigeon Tunnel", Le Carrè rivela che le Alpi Svizzere sono il suo posto preferito, che li' ha costruito un piccolo chalet con i soldi guadagnati con "La Spia che venne dal Freddo".
   

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