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Petri, racconto il mio selvaggio cane

Petri, racconto il mio selvaggio cane

Nel nuovo romanzo in libreria per Neri Pozza

ROMA, 24 novembre 2017, 09:56

Mauretta Capuano

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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     ROMANA PETRI, IL MIO CANE DEL KLONDIKE (NERI POZZA, PP 205, EURO 16,00). E' un selvaggio, indomabile, infernale cane, Osacchio, il protagonista del nuovo romanzo di Romana Petri che per questo animale primitivo ha inventato anche una lingua speciale, senza vocali, mescolando "italiano, spagnolo, portoghese, romano, umbro, molisano" come racconta all'ANSA.
    Salvato dalla strada in una giornata di settembre da una giovane insegnante precaria, Osac, come viene chiamato, ha negli occhi il terrore dell'abbandono e finirà per amare la sua padrona senza riserve, in modo morboso. Sembra uscito direttamente da un libro di Jack London a cui ammicca il titolo del romanzo 'Il mio cane del Klondike' che dopo Bookcity, a Milano, viene presentato il 24 novembre all'Ibs di via Nazionale, a Roma.
    Nero, enorme, Osac stava "riverso a terra contro il marciapiede, gli occhi arrovesciati, la lingua di fuori, le natiche magre, ricoperto di ferite dove avevano fatto il loro lugubre nido grappoli di zecche grosse come acini d'uva fragola" racconta la Petri che vive tra Roma e Lisbona, insegna, è traduttrice, è stata editrice, due volte finalista al Premio Strega e vincitrice, fra l'altro, de Il Mondello e del Grinzane Cavour.
    Dopo aver dato voce alla figura del padre ne 'Le serenate del Ciclone', in questo romanzo torna a raccontarsi attraverso un altro gigante, il suo Osac.
    "E' un libro nato dalle viscere. E' l'ultimo dei miei cicloni.
    Quando ci prendiamo un animale è come se ci mettessimo dentro casa un pezzo di natura. Il mio cane del Klondike mi ha portato in casa le nevi, i cieli stellati. Aveva un respiro, un affanno, una voglia di vita che non gli dava pace neppure un istante. Una cosa folle. Nessuno è mai stato così geloso come Osac. Nessuno poteva entrare in casa ne chiedermi l'ora per strada. Voleva il contatto fisico, giocavamo, ci davamo le botte. Per me era il richiamo della foresta e nella sua vita lui non ha potuto seguire il richiamo" dice la Petri.
    Osac è l'unico personaggio che nel libro ha un nome. "E' il protagonista assoluto. Gli altri sono Tesoro, come mi chiama mia madre, e il bambino è Citto, come si chiamano i bimbi a Città della Pieve" racconta la scrittrice.
    A stravolgere la vita di Osac sarà la notizia della gravidanza della sua salvatrice e il suo dolorosissimo parto con dilatazione a mano, in un ospedale di campagna. Un parto selvaggio, quasi splatter e horror, che la Petri descrive in ogni dettaglio in un crescendo di urla di Tesoro a cui corrisponde, in perfetta sincronia, l'abbaiare di Osac. "Io non grido e tu non abbai. Ma non lo so, bello mio, per quanto tempo ce la faccio a non urlare" racconta l'autrice nel libro. "La maternità è un percorso in divenire perchè si devono capire tante cose giorno per giorno. La genitorialità è qualcosa che va oltre la morte. Si continua a diventare madri, e pure padri, anche dopo la scomparsa" spiega la Petri e sottolinea "la maternità mi ha dato due motori in più. Da quando è nato mio figlio ho scritto molto di più".
    Osac è geloso, assoluto nel suo attaccamento alla padrona, non riesce a non ringhiare in direzione del neonato, della sua culla, e la separazione dalla nuova famiglia è solo questione di tempo. "Lo tradivo. Lui non lo sapeva ancora, ma lo sapevo io.
    Lo facevo per l'unica causa giusta al mondo, ma gli avrei dato un gran dolore" racconta l'autrice. E il tempo da un giorno all'altro fa diventare Osac vecchio. "Noi siamo sfasciati dal tempo. Abbiamo quattro stagioni e sono solo quelle" afferma la Petri che quando scrive va "un po' a valanga, si sente sequestrata dal computer". "Una volta finito il libro, lo rileggo subito e poi lo riprendo in mano dopo un anno. Ci lavoro molto una volta concluso" racconta la Petri che scrive sempre e ha appena finito il romanzo che completa la trilogia partita con 'Alle Case venie' e continuata con 'Tutta la vita'. "E' 'Prima di tornare'. Quando ho scritto 'Alle Case venie' non avrei mai pensato che avrebbe avuto un seguito" e non è escluso che scriverà un libro su suo figlio che "è il ciclone più importante della mia vita, spazza via tutto".
   

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