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Strout, quando 'Tutto è possibile'

Strout, quando 'Tutto è possibile'

In nuovo romanzo torna costellazione personaggi precedente libro

ROMA, 13 settembre 2017, 09:49

Mauretta Capuano

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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    ELIZABETH STROUT, 'TUTTO E' POSSIBILE' (EINAUDI, PP 205, EURO 19). Persone reali e immaginarie. La loro differenza si dissolve nello sguardo e nei libri di Elizabeth Strout. In 'Tutto è possibile' (Einaudi), la scrittrice Premio Pulitzer ritorna ad alcuni personaggi del suo precedente romanzo, 'Mi chiamo Lucy Barton' e ce li fa sentire, scavando nella loro vita, proprio come dei nostri vecchi amici.
    "Per me sono personaggi reali, semplicemente persone. Devo ammettere che, per quello che mi riguarda, non c'è niente di più interessante di questo nello scrivere" dice all'ANSA la Strout che è stata tra i grandi protagonisti del Festivaletteratura di Mantova appena concluso e il 14 settembre è attesa a Pordenonelegge.
    Ritroviamo così Mississipi Mary che si innamora a oltre 70 anni, Charlie Macauley, veterano del Vietnam, nel B&B di Dottie, il fratello di Lucy, Pete, che esce dalla sua solitudine, e la nopote Lila Lane.
    "Ho fatto una serie di ritratti di persone che venivano dalla cittadina di Lucy. Era interessante rappresentarle in 'Tutto è possibile' da un diverso punto di vista rispetto al libro precedente. Mostrare la loro vita interiore, scavare dentro di loro" spiega la scrittrice. "Ho iniziato a scrivere questo libro quando stavo ancora lavorando a 'Il mio nome è Lucy Burton'. La madre di Lucy parlava di tante persone del passato con la figlia ricoverata in ospedale e ad un certo punto mi sono cominciata a chiedere che fine avessero fatto Missisipi Mary e tanti altri. Da qui sono nati questi ritratti" dice la Strout. Ritratti-storie che, in dialogo fra loro, costituiscono una biografia collettiva diventata un originale romanzo che ha una sua vita autonoma, pur essendo legato al precedente.
    "Non capisco mai, in realtà, perchè faccio quello che faccio.
    Il mio cervello funziona in questo modo. Procedo sovrapponendo diverse storie che creano tutte queste stratificazioni.
    Riconosco fondamentalmente delle costellazioni di personaggi e vedo le relazioni tra loro. In un certo qual modo la mia scrittura è stata di tipo cumulativo" racconta la scrittrice che è "sempre stata interessata a soffermarsi sulle vite realmente vissute. Tutti noi - dice - viviamo in un mondo esterno, ma abbiamo un mondo interno e quindi è interessante vedere come queste due realtà si collegano".
    In 'Tutto è possibile' la Strout cattura i momenti di grazia nella vita di ognuno dei protagonisti regalandoci un ritratto dell'esistenza di chi è rimasto nel minuscolo centro del Midwest, dove Lucy è cresciuta in una poverissima famiglia, e dando voce anche al riscatto di chi se ne è andato a New York, come è accaduto alla protagonista del precedente libro, diventata una famosissima scrittrice. Ed è proprio dall'ultimo libro di Lucy, un memoir, in bella mostra nelle vetrine dell'unica libreria della desolata Amgash, nell'Illinos, che parte la nuova avventura di 'Tutto è possibile".
    "Il fratello di Lucy - dice la Strout - sembra all'inizio una persona triste e isolata da tutti, riesce a superare tutto questo grazie alla visita di Tommy". Chissà se da qui potrà partire una serie di libri? "Sarebbe perfetta, in realtà, più una serie per la tv. Tutto è possibile" spiega ridendo la Strout che è originaria del Maine e vive a New York. E della presidenza Trump dice: "E' difficile da credere ma è assolutamente reale. Viviamo una situazione terrificante. Ogni giorno vengono fatti e procurati tantissimi danni.
    Sopravviveremo anche se non so quanta parte di democrazia si dovrà sacrificare. Nessuno sa cosa comporterà in futuro quello che sta accadendo ora" dice la scrittrice.
   
   

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