MARCELLO CARAPEZZA, MOLTI FUOCHI ARDONO SOTTO IL SUOLO. DI TERREMOTI, VULCANI E STATUE (Sellerio, pp.336, 14 Euro). La geologia e la sua complessa storia, l'Etna e le sue eruzioni, i commenti sulle emergenze sismiche e vulcaniche, le proposte per monitorare e tutelare l'ambiente. E poi l'applicazione della geochimica allo studio dei beni culturali, come la determinazione delle proprietà chimiche e mineralogiche delle sculture in pietra del tempio di Selinunte o i contributi per prevenire e arginare il degrado del nostro patrimonio storico-artistico. Il tutto legato da un filo comune, la Sicilia, terra natale amatissima, su cui convogliare ricerche scientifiche e riflessioni culturali. Sono solo alcuni dei tanti temi ancora attualissimi affrontati da Marcello Carapezza nel libro Molti fuochi ardono sotto il suolo edito da Sellerio, che in occasione del trentennale della morte del grande geochimico e vulcanologo siciliano (avvenuta nel 1987) raccoglie alcuni dei suoi scritti più interessanti. Se nell'introduzione di Franco Foresta Martin viene restituita al lettore la complessa figura di Carapezza, gli interessi che spaziavano tra i più vari argomenti, il suo impegno sempre altissimo e il grande prestigio di cui godeva nel consesso scientifico non solo siciliano, ma anche italiano e internazionale, è nel ricordo di Andrea Camilleri che, accanto allo scienziato, emerge soprattutto l'uomo. Di Carapezza infatti lo scrittore è stato amico fraterno negli anni dell'università, condividendo con lui la grande passione per la letteratura e l'arte tanto da aver scoperto solo in seguito che era studente in chimica e non in materie umanistiche. Poi la scomparsa di un amico comune ha interrotto bruscamente le frequentazioni tra i due, fino a un incontro fortuito e un po' malinconico avvenuto tanti anni dopo a Roma, quando ormai entrambi avevano preso la propria strada. Nei vari scritti che il libro riporta (risalenti agli anni '80), il lettore scoprirà un personaggio eclettico, il cui più grande valore è stato probabilmente quello di non aver mai rinunciato a divulgare le proprie riflessioni a un ampio pubblico, cercando sempre di stimolare l'interesse attraverso un linguaggio comprensibile ma anche accattivante. Una vera e propria 'missione' la sua, che si manifesta soprattutto nell'abilità di Carapezza nello spiegare argomenti complessi con semplicità. Una virtù che si unisce al dono di creare collegamenti tra il mondo delle scienze naturali e quello delle scienze umanistiche, nella certezza che spesso siamo proprio noi a costruire divisioni e barriere inutili in un sapere per sua stessa natura 'indivisibile'.
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