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Il buio su Parigi, cronache dal terrore

Il buio su Parigi, cronache dal terrore

Pancheri racconta in presa diretta il 2015 ch sconvolse l'Europa

PARIGI, 13 luglio 2017, 09:51

Paolo Levi

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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 GIOVANNA PANCHERI, IL BUIO SU PARIGI - OLTRE LA CRONACA NEI GIORNI DEL TERRORE - (RUBBETTINO, PP. 160, EURO 15) Non è tipo da tirarsi indietro Giovanna Pancheri. Ad ogni attacco su Parigi lei c'era. Dal 7 gennaio 2015, giorno dell'assalto armato dei fratelli Kouachi nella redazione di Charlie Hebdo, la corrispondente di SkyTg24 a Bruxelles è passata dalle cronache sulla crisi dell'eurozona a quelle di un'altra crisi più sanguinaria e stringente, il terrorismo che all'improvviso colpiva il cuore dell'Unione europea. 7 gennaio (Charlie Hebdo), 9 gennaio (HyperCacher), 13 novembre (Bataclan), altrettante giornate di buio su Parigi, ormai impresse nella memoria collettiva, che la ragazza dell'Europa sempre con la valigetta pronta per saltare sul primo treno si è trovata a raccontare in prima persona, sempre da vicino e sempre in diretta. Dalle scariche agghiaccianti dei kalashnikov, fino alle lacrime, al dolore, alla rabbia, alle candele, agli slogan gridati al cielo e alle preghiere sussurrate delle famiglie delle vittime. Un impegno senza tregua, reso possibile anche grazie alla collaborazione dei fedeli cameramen "senza il cui obiettivo - tiene ora a dire l'autrice, alla vigilia dell'uscita del libro, in coincidenza con la Festa Nazionale francese del 14 luglio - non esisterei". Se era predestinata a raccontare quei giorni la giornalista nata a Roma nel 1980 lo deve anche a quell'intervista a Stephane Charbonnier - in arte Charb - il vignettista e direttore simbolo di Charlie Hebdo ucciso insieme ai compagni in rue Nicolas Appert, che fu l'unica ad intervistare per una tv italiana, già dopo le prime minacce del 2012. "Teme per la sua vita? No, non ho paura perché se avessi paura loro avrebbero già vinto", le confidò lui, in quel primo e ultimo incontro nell'allora sede del settimanale satirico nel ventesimo arrondissement. "Questo assunto - osserva la Pancheri - è il blocco di partenza per il racconto di come nel 2015 il terrore, colpendo al cuore la Francia, in realtà abbia vinto la sua prima battaglia di una nuova campagna europea che continua ad avere strascichi di sangue anche a due anni di distanza". Un intero capitolo del libro è dedicato a Valeria Solesin, la ricercatrice italiana uccisa nella notte del 13 novembre insieme ad altre 89 persone nella mattanza del Bataclan. Dal 7 gennaio al 13 novembre, l'annus horribilis della République ha prodotto 148 morti per terrorismo, senza contare i feriti e vittime dell'anno successivo a Nizza, Magnanville, Saint-Étienne-du-Rouvray o più di recente sugli Champs-Elysées, in una cronaca divenuta ormai tragicamente europea: dagli attacchi contro la stessa Bruxelles fino a Berlino e Londra.
    "Quando sono state spente le luci della Ville Lumière il buio è iniziato a calare sull'Europa tutta", osserva l'assidua frequentatrice del Thalys - il treno superveloce che in un'ora e 20 collega Bruxelles e Parigi - e che ora, dopo tanto lavoro in Europa, è stata promossa corrispondente a New York. Questo è il suo primo libro.
   

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