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Le 10 mappe che spiegano il mondo

Le 10 mappe che spiegano il mondo

Marshall, la geografia degli Stati per capirne forza e debolezza

ROMA, 09 luglio 2017, 11:57

Marzia Apice

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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  - TIM MARSHALL, LE 10 MAPPE CHE SPIEGANO IL MONDO (Garzanti, pp.324, 19 Euro). Le pianure sterminate, i deserti inospitali, le montagne invalicabili. E poi oceani senza fine e fiumi navigabili come mari. La geografia che abbiamo studiato sui banchi di scuola non è solo ciò che ci spiega come è fatto 'fisicamente' il mondo, ma anche uno strumento essenziale per comprendere il nostro presente, la storia dei singoli Stati, le scelte politiche, e le loro relazioni reciproche. Grazie a Tim Marshall, giornalista autore del libro Le 10 mappe che spiegano il mondo (Garzanti), è davvero possibile compiere un viaggio approfondito tra nazioni e continenti, che collega mirabilmente la storia e l'attualità, con un occhio verso il futuro. Scritto con una prosa brillante, il libro parte da 10 semplici cartine geografiche - Russia, Cina, Stati Uniti, Europa occidentale, Africa, Medio Oriente, India e Pakistan, Corea e Giappone, America Latina, Artide - per raccontare un universo tutto da scoprire, fatto di geopolitica, storia, economia, questioni sociali, trattati internazionali.
    Un'occasione irrinunciabile per raccapezzarsi nel mondo di oggi, in rapida evoluzione e interconnesso, e avere un quadro d'insieme che permetta di comprendere ciò che accade (ed è così complesso e avviene così velocemente che quasi non riusciamo a percepirlo sebbene sia sotto i nostri occhi): perché le caratteristiche geografiche di un Paese, i suoi punti di accesso al mare, le sue zone più impervie o quelle meno protette, determinano da sempre la sua forza e la sua debolezza, il nascere di conflitti e di alleanze, le politiche espansionistiche o di difesa. Il lettore dunque non dovrà sorprendersi se tra le pagine del volume saranno sollevate domande legate ad alcuni dei temi più caldi che occupano quotidianamente le pagine dei giornali. La sconfinata Russia, per esempio, ha da sempre avuto nella mancanza di un porto in acque temperate il suo vero 'tallone d'Achille': ecco perché il controllo della Crimea è così importante per Putin, come hanno dimostrato i tumulti e le battaglie più recenti. La Cina, che negli ultimi decenni ha fatto passi da gigante nell'economia diventando un vero colosso mondiale, dal 2016 ha iniziato a puntare molto sull'incremento della propria marina militare in modo da renderla in grado di attraversare gli oceani, e non solo le acque territoriali, provando a competere con gli Stati Uniti. Ma anche la cara Vecchia Europa ha molto su cui riflettere a partire dalla sua geografia: "le montagne, i fiumi e le valli spiegano perché ci sono così tanti stati nazionali", scrive Marshall, e nei secoli hanno motivato guerre e alleanze. Da qui si può partire per ragionare su un'unità europea (non solo monetaria, ma politica, sociale e culturale, pur nel rispetto delle diversità) che dopo la crisi economica del 2008 sembra essere ancora più difficile da mantenere. Tante sono le crepe che si stanno formando in Europa, con conflitti sotterranei e malumori che sembrano sempre sul punto di esplodere, con il mito della "Casa d'Europa" che vacilla sotto i colpi della crisi, del terrorismo e dell'immigrazione. "I diplomatici e gli strateghi militari - riflette l'autore - si rendono conto che, mentre le minacce di Carlo Magno, Napoleone, Hitler e i sovietici sono venute meno, la pianura nordeuropea, i Carpazi, il Baltico e il Mare del Nord sono ancora lì".
   

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