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Nalfa beti e altri, facce da social

Nalfa beti e altri, facce da social

Due linguisti individuano il campionario utenti su Facebook

ROMA, 26 giugno 2017, 11:51

Titti Santamato

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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MASSIMO ARCANGELI E VALENTINO SELIS, FACCE DA SOCIAL, CASTELVECCHI (157 PP, 16,50 EURO). Tuttologi, complottisti, leoni da tastiera. Ma anche nazi, 'nalfa beti', pornogastrici e antenati. Il popolo di Facebook è variegato e numeroso (conta quasi due miliardi di utenti) e due linguisti provano a descriverlo: sono Massimo Arcangeli, critico letterario e già autore di Breve storia di Twitter e All'alba di un nuovo Medioevo. Comunicazione e informazione al tempo di Internet; e Valentino Selis, laureato in lingue e Comunicazione all'Università di Cagliari, lavora nel campo della ricerca sulla comunicazione digitale.
    In 'Faccia da social' Arcangeli e Selis individuano un campione di 12 tipologie di utenti, a loro giudizio i principali tipi umani che vivono su Facebook. C'è chi insulta o aggredisce, chi ha la verità in tasca, chi grida alla cospirazione, chi diffonde buoni sentimenti, chi guarda solo i propri interessi.
    Un mondo digitale evoluzione che ci sta inglobando e cambiando.
    A tutti è capitato di incontrarli. I 'nalfa beti', per esempio, vogliono scrivere a tutti i costi ma lo fanno sbagliando punteggiatura, sintassi ed ortografia. Mentre l'antenato è un utente 'over 40' che dopo un primo momento di scetticismo si è iscritto a Facebook e ha iniziato a pubblicare una quantità enorme di post, come il buongiorno mattutino. I leoni da tastiera, invece, sono quelli che si nascondono dietro i loro profili per offendere le persone. Molto simili gli Haters, che ancora una volta si nascondono dietro profili falsi per diffondere odio verso donne, gay, immigrati, personaggi famosi e chi più ne ha più ne metta.
    "Oggi grazie anche alla scrittura digitale tutti possono diventare protagonisti, giocare carte valide per la propria affermazione personale - spiegano gli autori -. Il modo in cui si scrive è lo specchio perfetto della società in cui viviamo: la scrittura ha sempre conferito a chi possedeva l'abilità di padroneggiarla una grandissima capacità di convincimento. Usata per informare, raccontare, ricordare, illudere o confondere, emozionare e rivoluzionare, la parola rappresenta, molto più che in passato, un mezzo grazie al quale ci ergiamo a padroni del mondo. La classificazione degli utenti sotto le dodici categorie analizzate è solo uno spunto di riflessione, ampliabile e aggiornabile a piacere. Socializzare anche per svecchiare.
    Sognando, senza recidere i legami col passato, ma rimanendo svegli e coi piedi ben piantati per terra".
    Il campionario di 12 categorie si arricchisce, in appendice del libro, di una valanga di sottotipi a cura di Osvaldo Duilio Rossi, ricercatore in scienze socio-antropologiche. Perché sui social network, come nella vita reale, il campionario umano non smette mai di sorprendere. (ANSA)

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