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La 'Ninna nanna' del libro della Slimani

La 'Ninna nanna' del libro della Slimani

In Italia la scrittrice Premio Goncourt 2016

ROMA, 23 giugno 2017, 12:02

Redazione ANSA

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LEILA SLIMANI, NINNA NANNA (RIZZOLI, PP 201, EURO 18). Spiazza la rassicurante ma in realtà inquietante baby sitter di 'Ninna nanna' (Rizzoli), il romanzo premio Goncourt 2016 di Leila Slimani. Fino alla fine non si riesce a capire veramente chi sia la tata Louise che si prende cura dei piccoli Mila e Adam. Nelle amorevoli mani di questa donna i bambini faranno una brutta fine e lo sappiamo già dalle prime quattro pagine del libro.
    "Ho voluto spostare la suspence. Ho scritto le prime quattro pagine di getto e non le ho più corrette. Ho capito subito che 'Ninna nanna' doveva partire così. La storia di questa coppia con un bambino e una bambina mi sembrava prosaica, noiosa. Un soggetto quotidiano, comune. Al lettore non sarebbe venuta voglia di girare le pagine del libro e invece lo ho voluto coinvolgere nell'indagine. La domanda non è se la tata ucciderà o meno i bambini ma perchè lo ha fatto" spiega la Slimani, 36 anni, di origini marocchine, che è nata a Rabat nel 1981 e vive a Parigi da 18 anni.
    Myriam, avvocato, che decide di tornare a lavorare dopo il secondo parto, e suo marito Paul, fanno una lunga e accurata selezione di tate prima di affidare i figli a una sconosciuta come "sono in fondo tutte le baby sitter" dice l'autrice del libro. Alla fine scelgono Louise che si guadagna l'affetto incondizionato di tutti. "Louise è inquietante perchè è perfetta. Anch'io, come Myriam e Paul, le avrei dato fiducia. Entra in quella famiglia e trova subito il suo posto, è amata. Ho voluto giocare su questo personaggio che rimane misterioso. Non ho raccontato tutta la sua vita, la sua psicologia. Ho voluto gettare delle luci dall'alto, da destra, da sinistra. Sappiamo qualcosa della vita passata di Louise, della figlia, ma a piccoli pezzi. L'effetto è che tutti continuano a chiedersi: 'ma chi è questa Louise?'" sottolinea la Slimani.
    'Ninna nanna' non è però, semplicemente, un libro su una baby sitter inquietante, è un romanzo sulle differenze sociali, su una lotta di classe molto particolare "che non è mai frontale, diretta, violenta perche' - spiega la scrittrice - ci sono i bambini al centro". Quello fra Myriam, Paul e Louise è un rapporto costruito sul malinteso. "Il dialogo non arriva mai fino in fondo. E' una commedia sociale. I genitori di Mila e Adam appartengono a quella categoria che in Francia si chiama dei bobo, tra bourgeois e bohème. Sono persone borghesi che non hanno mai avuto nessuno alle loro dipendenze. Non sanno gestire il ruolo di datore di lavoro e si trovano male in questa lotta sociale. Oggi - sottolinea la Slimani - abbiamo perso i codici con cui affrontare questa pluralità sociale".
    Già autrice di 'Nel giardino dell'orco' (Rizzoli), con cui ha vinto il principale riconoscimento letterario marocchino, il Prix de la Mamounia, la Slimani dice che "il mondo si è spaccato e le tribù non sono più le stesse". Il nuovo presidente Emmanuel Macron "rappresenta una Francia. E' l'espressione di quella che ha vinto, non di quella destinata a soccombere nella globalizzazione, quella dei disoccupati e dei territori in cui mancano i servizi pubblici. Spero che in futuro Macron riesca a dialogare anche con l'altra Francia" dice la scrittrice alla quale il Goncourt non ha cambiato la vita. "Mi piaceva la mia esistenza prima di vincere questo premio. Però, certo, mi ha dato più lavoro e la possibilità di entrare in contatto con i lettori che fino ad allora non avevo incontrato".
    Ora la Slimani sta lavorando "a un saggio che uscirà a settembre 2017, 'Sesso e menzogna' sulla sessualità in Marocco e ad un cartone animato, 'Parola d'onore', che è un adattamento di questo libro. Non comincerò un nuovo romanzo prima della fine del 2017" dice.
   

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