MATTEO B. BIANCHI, MARIA ACCANTO (Fandango, pp.260, 18 Euro). La Beata Vergine sceglie Betty, una ragazza normale, dalla vita insignificante, semplicemente per fare amicizia: le si rivela in casa tra fasci di luce sfavillante, le parla e addirittura decide di starle vicino facendo shopping, guardando la tv, passeggiando o andando a un concerto, indossando jeans, pullover e scarpe da ginnastica, tanto vuole essere considerata 'una di noi'. Nessun miracolo, nessuna rivelazione, solo una Madonna 'osservatrice', scesa in Terra rigorosamente 'in visita privata', desiderosa di scoprire la normalità, a volte banale, del nostro vivere quotidiano. E' così che Matteo B. Bianchi immagina la Madre di Gesù, trascinandola niente meno che nel suo ultimo libro Maria accanto (Fandango) e sfoggiando una leggerezza che in molti non esiteranno a chiamare coraggio. Perché è indubbio che maneggiare un personaggio di tale levatura e di cotanta imponenza, e per giunta farlo in un Paese come il nostro in cui la cultura cattolica è fortemente radicata, comporta per uno scrittore più di qualche rischio. "Il segreto di questo libro è proprio Maria, venuta qui solo a osservare. Lei non può parlare né agire né rispondere a nessuna domanda, è ritrosa e lascia a Betty ogni suo dubbio", spiega in un'intervista all'ANSA Matteo Bianchi, sottolineando di non aver avuto paura di "urtare la sensibilità dei credenti né di aver avuto un atteggiamento iconoclasta, perché il libro ha un approccio laico". Un'idea venuta 'miracolosamente' insieme "a tutta la storia, all'inizio pensata per un cortometraggio ma poi troppo complessa per essere risolta in 5 minuti di film", spiega, tenendo a precisare però quanto il libro sia frutto di un "continuo lavoro di equilibrio". Innanzitutto "sul linguaggio, sempre a metà strada tra l'ironico e il profondo, in un libro in cui i temi seri sono solo sfiorati, perché il solo nome di Maria evoca un peso spirituale enorme", prosegue, "ma non si tratta di una commedia né di un dramma né tantomeno di qualcosa di religioso: è un oggetto strano in cui racconto solo gli aspetti umani e anche quelli più materiali di una amicizia non convenzionale. E il personaggio di Betty non vive affatto un percorso di redenzione. Anche se, come accade da ogni esperienza che si vive, la ragazza uscirà cambiata da questo incontro". Ma come uomo, oltre che scrittore, qual è il suo rapporto con la fede? "Io ho scritto da laico, ma sono cresciuto in una famiglia tradizionale. Non posso negare di essere intriso, come la maggior parte di noi, di cultura cattolica", dice, "ma almeno ho compensato con la dedica a inizio libro per i miei zii Miro e Annamaria, uno è prete e l'altra è suora". Se la storia è senza dubbio originale, di certo appare difficile pensare a un target specifico di lettori. "Non ho la minima idea di chi possa essere il lettore più adatto al libro, ma non ho mai scritto avendo fissa l'idea di un pubblico", afferma, "mi hanno detto che questo libro non assomiglia a niente, e per me è un complimento.
E in questa storia fin dall'inizio ho creduto moltissimo".
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