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Un uomo non piange mai di Faiza Guène

Un uomo non piange mai di Faiza Guène

La scrittrice franco-algerina al Salone di Torino

17 maggio 2017, 12:15

Cristiana Missori

ANSACheck

La copertina del libro di Faiza Guèene 'Un uomo non piange mai ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

La copertina del libro di Faiza Guèene  'Un uomo non piange mai ' - RIPRODUZIONE RISERVATA
La copertina del libro di Faiza Guèene 'Un uomo non piange mai ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

FAIZA GUÈNE, 'UN UOMO NON PIANGE MAI' (IL SIRENTE, 240 PP., 15 EURO) "Mia madre soffriva nel vedermi solo. Mi credeva, di volta in volta, pauroso, affetto da turbe della personalità, omosessuale.
    Nulla di tutto questo. Ero solo. Punto. Me n'ero fatto una ragione. Ritengo che non avesse mai realizzato di essere la prima responsabile di quel fatto". Nato a Nizza da genitori algerini, Mourad Chennoun vorrebbe costruirsi un destino. Il suo peggior incubo: diventare un vecchio ragazzo obeso con i capelli sale e pepe, nutrito da sua madre a base di olio di frittura.
    Per evitare questo, dovrà emanciparsi da una pesante storia familiare. E' una storia che accomuna molti giovani di seconda generazione, quella narrata in 'Un uomo non piange mai' da Faiza Guène, scrittrice franco-algerina di grande successo, cresciuta a Pantin, nella banlieue 'incendiaria' a nord-est di Parigi, che il 19 maggio sarà al Salone del Libro di Torino. Insieme alle sorelle, Dounia e Mina, Mourad incarna il disagio dei ragazzi, dilaniati dall'eterno contrasto tra tradizioni e modernità.
    "La madre di Julie è moderna. Lavora in un ufficio e guida la macchina!". "Stai parlando della madre di Julie o del padre?". A battibeccare sono la sorella maggiore, Dounia, e la madre di Mourad. Studentessa brillante, avvocato e poi assessore della giunta comunale, alle regole imposte dalla madre, la primogenita della famiglia Chennoun sceglie la propria libertà, abbandonando la famiglia.
    Per i genitori la ragazza è stata portata sulla cattiva strada da un'amica del cuore dell'adolescenza: Julie. "Tutti i problemi hanno avuto inizio in quel periodo. È stata Julie a innescare il processo psicologico di 'Cristianizzazione' di mia sorella", racconta Mourad, anche lui alle prese con le rigide regole della casa. Per esempio, quella di non piangere mai. "Rimasto solo - spiega nel racconto - non volendo che mi sentissero singhiozzare, avevo affondato il viso nel cuscino.
    Sì, mio padre mi aveva inciso definitivamente nel cervello la frase: un uomo non piange mai".
    E' una cronaca sensibile e divertente, che la stessa autrice - sorta di enfant prodige che a 19 anni pubblica il suo primo romanzo (Kiffe Kiffe, demain, 2004), tradotto in 26 lingue (400.000 copie) - presenterà al Lingotto. (ANSAmed).
   

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