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Le vite spezzate di Kate Tempest

Le vite spezzate di Kate Tempest

L'autrice racconta giovani fragili in una Londra cinica e buia

ROMA, 12 maggio 2017, 12:23

Marzia Apice

ANSACheck

La copertina di 'Le buone intenzioni ' di Kate Tempest - RIPRODUZIONE RISERVATA

La copertina di  'Le buone intenzioni ' di Kate Tempest - RIPRODUZIONE RISERVATA
La copertina di 'Le buone intenzioni ' di Kate Tempest - RIPRODUZIONE RISERVATA

   KATE TEMPEST, LE BUONE INTENZIONI (Frassinelli, pp.326, Euro 18.50). Le esistenze precarie di due ragazze e un ragazzo, ricostruite a ritroso come in un film, indagate a fondo, per rivelarne le profonde inquietudini mentre di notte scappano a bordo di una Ford Cortina di quarta mano con una valigia di soldi. Una città come Londra, affascinante ma troppo 'piena di sé', che ti risucchia e che tuttavia appare troppo intrigante per non tuffarcisi dentro, quasi a voler trovare in lei una fuga da se stessi.

Sopra ogni cosa il vuoto, riempito di alcool, droga, miseri compromessi, fuochi fatui da 'bella vita' tra gente 'che conta' ma che non sa dove andare, in un tripudio di noia, orizzonti castranti, frustrazioni, fragilità ed emozioni così forti che non riescono a trovare il proprio posto per essere comprese. Non lascia certo indifferenti 'Le buone intenzioni', esordio nel romanzo della giovane artista prodigio Kate Tempest, classe 1985, acclamatissima nel mondo anglosassone come poetessa, drammaturga e performer di poetry-slam.

Edito da Frassinelli (traduzione di Simona Vinci), il libro delinea un ritratto crudo e al tempo stesso tenero delle nuove generazioni, fotografando giovani che arrancano verso un futuro immaginato, forse idealizzato, ma non così vicino da essere davvero afferrato. I tre ragazzi (Becky è una ballerina che per arrotondare fa la massaggiatrice erotica; Harry spaccia tra manager e feste glamour, e Leon è il suo socio e più fidato amico) conducono vite sbandate e asfissianti: vorrebbero cambiarle e voltare pagina, ma nella frenesia delle loro buone intenzioni non riescono a salvarsi da un destino ingeneroso.

Di fronte a loro, come un testimone, sta il lettore, che assiste allo srotolarsi delle loro avventure logoranti, in un contesto che non offre redenzione, mentre lo stile metaforico e metropolitano della Tempest a volte può apparire faticoso, perché non sempre accoglie, anzi sembra respingere. Eppure la sua è una scrittura che affascina perché rende sulla pagina scritta la dimensione psicologica dei protagonisti, i loro sogni e le paure, in una società contemporanea che induce all'errore ma non ammette sbagli, che omologa ma sa anche tagliarti brutalmente fuori. In un contesto così ambiguo e fluido, cinico ma anche poetico, la Tempest sa muoversi bene e con sicurezza mentre racconta le vite dei suoi protagonisti, giovani e ambiziosi come lei, ma forse troppo fragili per cavarsela un'ultima volta e uscirne indenni.
   

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