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Krogh tra sogno, musica e Rita Pavone

Krogh tra sogno, musica e Rita Pavone

L'esordio nella narrativa con 'Come me non c'è nessuno'

ROMA, 09 maggio 2017, 09:53

di Mauretta Capuano

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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    ANTON EMILIO KROGH, COME ME NON C'E' NESSUNO-DIARIO DI UN SOGNO (MURSIA, PP 216, EURO 16). Il mangiadischi rosso, il mitico Geloso diventato un oggetto di modernariato. E poi il giradischi verde e le inseparabili "ciambelle", come Anton chiamava i dischi negli anni Sessanta.

    Sono il rifugio e nello stesso tempo il punto di apertura al mondo del protagonista di 'Come me non c'e' nessuno', il primo libro dell'avvocato Anton Emilio Krogh, pubblicato da Mursia. Diario di un sogno, romanzo di formazione, è la storia autobiografica di un ragazzino biondo e solitario, cresciuto negli anni del boom tra Napoli e Gibilmanna, una Sicilia d'altri tempi, con genitori distratti dalla mondanità, che trova nella musica, o meglio in un twist, il suo big bang. Si, perché è un disco, o meglio una ciambella un po' scheggiata sul bordo, con l'incisione di 'Amore twist' di Rita Pavone, avuto in regalo dall'adorata zia Eliana, ad aprire una breccia alla "gabbia di protezione" che Anton si era costruito. Un disco che diventa colonna sonora della sua vita. E proprio da qui, dalla scoperta della voce ribelle di Rita Pavone, si apre una nuova via che nel tempo ha portato fino a questo libro. "La voce di Rita era la mia isola che non c'è e la musica era il mezzo per sperare di raggiungerla" racconta l'autore. 'Come me non c'è nessuno' vede infatti Anton ripercorrere la storia di questo big bang durante un viaggio verso gli Stati Uniti con il suo mito Rita Pavone. A lei racconta la lunga attesa nella hall dell'Hotel Vesuvio di Napoli per incontrarla.

    Cinque, sei ore seduto su un divano con in mano una corbeille di rose finché si aprono le porte dell'ascensore ed esce la Pavone.

    Il sogno diventa realtà, mangiano patatine fritte insieme e lei regala a quel tenero ragazzino anche dei biglietti per andarla a vedere in teatro.

    Krogh ci mostra un mondo tra luci e ombre, sogno e realtà, dove a contare è soprattutto l'amore e il coraggio di accettarsi e conoscere se stessi. Un viaggio a tappe, dall'infanzia solitaria all'adolescenza irrequieta, alla rottura delle convenzioni, alla scoperta di essere attratto dai ragazzi, fino a diventare quello che è oggi, un avvocato con una grande vena festaiola, forse quella vista e vissuta dai suoi genitori, nonostante il padre fosse severo, nei favolosi anni Sessanta. E ci sono anche gli anni Ottanta con le discoteche, la brillantina Tenax, le Timberland, il primo tour di Madonna e la Londra di Nick Kamen. "Continuavano a scorrere i FavolosiAnniSessanta, i favolosi pigiama palazzo mille colori di mia madre, i chiassosi Ray-Ban di mio padre, l'agognato Carosello che era il confine fisico reale fra il mondo dei bambini e il mondo degli adulti e il Pon Pon, il mega pallone di gomma arancione a cavalcioni del quale saltavamo tutti come canguri" racconta Krogh che è nato per sbaglio a Padova e da piccolo voleva fare il giornalista.

    E in fondo a questo diario a ritroso di una grande amicizia ci sono anche le parole di Rita che, tanti anni dopo, accetta dopo varie resistenze l'invito del fidanzato di Anton a cenare con loro. Rivede quel ragazzino diventato uomo che aveva dimenticato e si interroga su "cosa provava quel bambino che nella mia musica aveva imparato a volare".
   

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