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Lenti e spensierati, i mitici anni '90

Lenti e spensierati, i mitici anni '90

Bertoldi racconta le mode del decennio tra analogico e digitale

ROMA, 27 aprile 2017, 09:44

Marzia Apice

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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 - ROMA, 27 APR - MATTIA BERTOLDI, LA DURA LEGGE DI BAYWATCH (Booksalad, pp.200, 14 Euro). Analogici da piccoli, digitali da adulti. E' la generazione dei trentenni di oggi, quelli che hanno imparato a essere grandi negli anni '90 e poi hanno vissuto la transizione non da un decennio all'altro, ma da un mondo all'altro: un mondo forse più semplice e gestibile, che poi ha accelerato all'improvviso, generando il panorama frenetico e senza punti di riferimento che vediamo oggi. A loro Mattia Bertoldi, classe 1986, dedica il libro La dura legge di Baywatch (Booksalad) in cui, con un linguaggio fresco e brillante, racconta miti, mode e tormentoni, tendenze e comportamenti in voga negli anni '90. Da Beverly Hills 90210, il primo teen drama della storia che portava alla ribalta la vita dei ragazzi americani, in cui tra amori e liti in famiglia era facile immedesimarsi, al brivido delle storie di Stephen King, dalle cabine telefoniche con la scheda che si smagnetizzava alla febbre da Titanic, dalle spettacolari botte da orbi del wrestling a Dragon Ball e i Power Rangers. E poi i videoclip, la musica con boyband e girlband fino ad arrivare ai videogiochi e al Tamagotchi, il gioco elettronico introdotto nel 1996 che permetteva di prendersi cura e diventare amico di una sorta di 'virtual pet' alieno. Anni leggeri e più lenti, che guardavano al futuro promettendo meraviglie grazie a una tecnologia che avanzava a passi da gigante ma senza essere invasiva, anni di cui oggi - dopo l'abbuffata di riflessioni sui mitici '80 - si inizia a discutere. "E' normale, ora siamo arrivati al punto in cui si fa il bilancio di quegli anni. Una grossa spinta la dà l'effetto nostalgia, perché chi ha 30 anni oggi inizia a guardarsi indietro", racconta l'autore. "Siamo cresciuti gradualmente, inserendo piano piano diverse nozioni tecnologiche che ci facevano intravedere possibilità inedite. Ma di certo in quegli anni di formazione non potevamo neppure immaginare che avremmo un giorno potuto fare tutto solo con un cellulare", dice Bertoldi, "in seguito col passaggio agli anni 2000 tutto è diventato più veloce, e nel frattempo chi era ragazzo nel decennio dei '90 si è ritrovato adulto". Quali sono le differenze più grandi tra gli adolescenti di oggi e quelli cresciuti negli anni '90? "Forse noi eravamo più spensierati.
    C'erano contatti tra le persone più frequenti e molta più vita reale. Ricordo anche gli appuntamenti fissi, magari a scuola, quando la mattina si discuteva dell'ultima puntata di Dawson's Creek e X Files", afferma, "e poi c'erano i forum in cui ci si confrontava, erano meno veloci e più moderati dei social network. Oggi i genitori si trovano di fronte a una vera emergenza digitale, in cui serve necessariamente un controllo maggiore. Quasi nessuno di noi aveva il pc o la tv in camera, adesso basta avere il cellulare". Cosa è impossibile dimenticare di quel decennio? "Io personalmente sono legato agli 883: per me che sono cresciuto nel Canton Ticino i primi due album che descrivevano la vita di provincia sono stati fondamentali. E poi amavo molto Willy, il principe di Bel-Air e Xena principessa guerriera: erano due prodotti del pomeriggio che guardavo sempre quando tornavo da scuola".
   

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