MOHSIN HAMID EXIT WEST (EINAUDI, PP.
160, 17,50 EURO) Il futuro è "nella mescolanza" che non ha nulla
a che vedere con il multiculturalismo che "è composto da tanti
apartheid". Mohsin Hamid, l'autore de 'Il fondamentalista
riluttante', nato a Lahore, vissuto in Pakistan, negli Stati
Uniti, a Londra, lui stesso un esempio di mescolanza, nel suo
nuovo romanzo 'Exit West' racconta il disorientamento in cui
viviamo e cerca di dargli un senso mostrando come nessuna porta
possa essere chiusa.
"La crisi attuale riguarda proprio la mescolanza e per me che
sono un esempio di questa ibridazione è una crisi personale
oltre che politica. Mi chiedo come posso esistere. Ho un nome
islamico, un background culturale pakistano. Sono un po'
occidentale e un po' islamico" dice all'ANSA al suo arrivo a
Milano per la prima edizione della Fiera dell'editoria 'Tempo di
Libri'.
Oggi ci troviamo di fronte, secondo l'autore de 'Il
fondamentalista islamico' a due posizioni assolute: "una di
purezza e l'altra di ibridazione. Se sei dell'Isis non combatti
contro l'Occidente ma contro i musulmani che non sono puri,
secondo te. Se sei Marine Le Pen non combatti contro il
Medioriente ma contro i francesi che non sono più francesi puri.
La purezza - dice lo scrittore - è pericolosa, non fa parte
della natura, che è una grande mescolanza".
Così come la purezza anche "l'idea di supremazia è pericolosa
e la Francia ne è un esempio" dice parlando dell'ultimo attacco
terroristico a Parigi. "La Francia si è illusa - sottolinea
Hamid - di essere un paese inclusivo, dove regna l'uguaglianza
ma ci sono le banlieue. La Francia è un esempio di impero
europeo che è finito prima di altri e la crisi che sta
attraversando è legata a quell'idea di grandeur, del voler
essere sempre i primi, i numeri uno. E questo è molto
pericoloso. Gli italiani non hanno questa ossessione, possono
dirsi 'siamo il numero sei e ci va bene' mi raccontava un'amica
italiana. La Francia è un monumento alla nostalgia come si vede
guardando il centro di Parigi e non può dire all'Isis 'la vostra
ricerca di purezza è sbagliata, dobbiamo trovare un modo di
vivere in pace tutti insieme', perchè i francesi a loro volta
hanno una posizione assoluta di difesa della purezza" sottolinea
Hamid. E rilancia con ironia: "forse il futuro della Francia lo
dovrebbe indicare la Nazionale di calcio che è una mescolanza,
piuttosto che le le accademie letterarie . Se Zidane vuole
portare la barba lunga chi se ne frega, resta uno dei più grandi
giocatori di calcio del mondo ed è francese".
Saeed e Nadia, i protagonisti di 'Exit West', che arriva in
libreria in questi giorni nella traduzione di Norman Gobetti, si
conoscono in una città piena di rifugiati ma non del tutto in
guerra e cercano di proteggere il loro amore quando si accendono
gli scontri. Tra rastrellamenti e sparatorie scoprono che
esistono delle porte misteriose che portano, rischiando la vita,
da un'altra parte.
"Vivere in città per metà in pace e per metà in guerra
riguarda tutti. Chi vive in una metropoli nel mondo moderno ha
la sensazione dell'Apocalisse dietro l'angolo" spiega Hamid che
ora vive a Lahore. "Le distanze nel mondo moderno si sono
accorciate, sono venute meno. C'e' uno scarto tra la posizione
del corpo e quella della mente. Le porte rappresentano questo"
spiega sorridendo. E poi c'è l'amore che è la nostra unica
salvezza. "Abbiamo paura dei cambiamenti e sappiamo di non
essere eterni. I politici ci dicono il contrario ma se ci
convinciamo di essere eterni viene meno proprio l'umanità e se
accade questo ci sentiamo in diritto di fare le cose più atroci,
di uccidere. L'amore è la nostra fonte di speranza e ottimismo
che ci permette di accettare la mortalità e finchè ci siamo
dobbiamo cogliere la bellezza" sostiene Hamid che è tradotto in
25 paesi ed è anche l'autore di 'Come diventare ricchi sfondati
nell'Asia emergente".
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