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Aura Xilonen, il mio Campione gringo'

Aura Xilonen, il mio Campione gringo'

Giovane autrice messicana, 'ci stiamo disumanizzando'

ROMA, 26 marzo 2017, 12:46

Mauretta Capuano

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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    AURA XILONEN, CAMPIONE GRINGO (RIZZOLI, PP 332, EURO 18,00). Ha conosciuto le sofferenze dei migranti, quello che vivono i cosiddetti 'espalda mojada' (letteralmente 'schiena bagnata') che attraversano a nuoto il Rio Bravo cercando di raggiungere il sogno americano. E, la giovane messicana Aura Xilonen, lo ha raccontato nel suo apprezzato romanzo d'esordio 'Campione gringo', pubblicato da Rizzoli nella traduzione di Bruno Arpaia. "E' pura finzione però tocca temi reali" dice all'ANSA la Xilonen, 21 anni, studentessa di cinema, autrice e regista di cortometraggi e film, curiosa, entusiasta e con una gran voglia di imparare "tutto quello che è possibile".
    "Mia nonna ha una sauna e due suoi lavoratori sono emigrati dal Messico in Usa in modo illegale, attraverso il fiume, e sono stati rimpatriati. Li ho conosciuti e mi hanno raccontato alcune storie, qualcuna anche bella. Ero piccola, curiosa, i loro racconti mi affascinavano. Così ho conosciuto le sofferenze dei migranti" racconta la Xilonen e aggiunge: "in Messico il telegiornale è qualcosa di orribile perchè ogni 5 minuti succede qualcosa di atroce. Sentiamo e vediamo queste notizie e ci scivolano via, ci stiamo disumanizzando". Con il presidente Donald Trump "la situazione sarà ancora più difficile ma c'è pure un lato positivo: i messicani stanno imparando ad unirsi e sostenersi l'un l'altro. Il nostro cibo, la tv, i social, tutto viene dall'America che non ci lascia pensare, ci imbottisce delle sue cose. E' arrivato il momento di riappropiarci del nostro Paese" dice la Xilonen che è venuta per la prima volta in Italia, alla festa del libro e della lettura 'Libri Come', da poco conclusa a Roma, e ora sarà ospite per un mese di una residenza per scrittori ad Amsterdam. In 'Campione gringo' troviamo Liborio che a 16 anni deve lasciare il Messico dopo una rissa in cui, per un incidente, ha ucciso qualcuno. Attraversa il Rio Bravo e dal quartiere gringo nel quale precipita narra la sua storia di solitudine, miseria, impieghi clandestini tra cui in una piccola libreria ma anche piccoli miracoli e incontri come quello con Aireen per la quale diventerà un pugile e sul ring finalmente vincerà. A colpire è lo stile colorato e pungente creato dalla Xilonen e il grande impatto visivo che viene dalla sua esperienza nel cinema.
    "Cinema e scrittura per me vanno insieme. Per fare un buon film ci vuole infatti una buona sceneggiatura" dice.
    "Ho pensato alla boxe perchè è lo sport dei poveri ed è l'unico in cui il Messico si sia fatto notare. E' lo sport a cui tanti giovani messicani aspirano perchè tutti fanno a botte per strada, prima o poi. Certo, per essere un buon pugile ci vuole tecnica e disciplina. Liborio è una specie di animaletto, che non ha nessuna tecnica ma grazie all'aiuto degli altri riuscirà ad essere vincente. E nel romanzo non crescerà solo nella disciplina della boxe ma fisicamente, emotivamente e intellettualmente" dice la scrittrice che è cresciuta in Germania e per il suo fortunato esordio - tradotto in numerosi paesi e con cui ha vinto il prestigioso premio Mauricio Achar - ha scelto una voce maschile. "Ho uno zio che mi dava lezioni di scrittura creativa e drammaturgia e mi diceva sempre che per migliorare bisognava fare la cosa più difficile: scrivere dal punto di vista del sesso opposto e così ho scelto una voce maschile ma posso dire che è più facile perchè noi donne abbiamo sempre tantissime idee e pensieri che gli uomini non hanno" spiega la Xilonen che "vorrebbe lavorare nel cinema, scrivere bei romanzi e sceneggiature e cucinare. E so che ho ancora molto da imparare". Intanto comincerà a lavorare, ad Amsterdam, al suo nuovo libro: "sarà la continuazione del primo perchè Liborio ha ancora molte cose da fare e cambiare. Sarà la voce del popolo, di coloro che non sono ascoltati".
   

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