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Piccolo Paese, primo romanzo rapper Faye

Piccolo Paese, primo romanzo rapper Faye

L'esordio narrativo pubblicato da Bompiani

ROMA, 18 febbraio 2017, 12:06

Mauretta Capuano

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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    Viviamo nell'"amnesia" di quello che è accaduto e non "apriamo mai abbastanza i libri dove si trovano tutte le soluzioni". Gael Faye, rapper, cantante e compositore, nato nel 1982 in Burundi da madre ruandese e padre francese, ha una grande fiducia nella letteratura e lo mostra nel suo romanzo d'esordio 'Piccolo Paese', vincitore del Prix Goncourt des Lyceens 2016 e del Prix du Roman Fnac, con cui è in Italia dove è uscito per Bompiani nella traduzione di Mara Dompè. "Il romanzo sarà adattato anche per il cinema e io collaborerò alla sceneggiatura" annuncia all'ANSA Gael. Secondo nella classifica dei libri più venduti in Francia, con 400 mila copie vendute e in corso di traduzione in 16 paesi, il libro si chiama come una canzone che "ha portato fortuna" a Gael che da due anni vive in Ruanda. Nel 1995, allo scoppio della guerra civile in Ruanda, si era trasferito in Francia dove ha scoperto il rap e, dopo gli studi di economia e un master in finanza, aveva lavorato nella City londinese.
    Tragedia e umorismo si intrecciano in 'Piccolo Paese' che è la storia, con accenni autobiografici, di Gabriel, detto Gaby, che vive in un quartiere di espatriati in Burundi, è molto legato alla sua sorellina Ana e alla sua banda di amici. Poi i genitori si separano, il paese è in guerra civile e lui scopre di essere meticcio, tutsi, francese. Tutto precipita, la paura entra nelle loro vite, il padre francese vuole andare in Europa e la madre ruandese decide di restare. "In 'Piccolo Paese' ci sono le mie sensazioni, non la mia storia. Certo anch'io ho vissuto un'infanzia felice, la rottura, l'esilio, il meticciato ma al contrario di Gaby mia madre sta bene, mio padre è vivo e non ha mai ucciso nessuno" racconta Gael che guarda con preoccupazione alla situazione mondiale attuale ma conservando un pò di ottimismo.
    "Si fanno gli stessi errori del passato, vediamo l'altro come un nemico e sappiamo cosa comporta. La creazione di nemici in Europa ci ha portato allo sterminio di razza, non solo degli ebrei, anche di altre comunità. In Ruanda è successa la stessa cosa con l'etnia tutsi, un nemico interno per mascherare la crisi finanziaria ed economica e trovare dei responsabili. E' importante guardare alla storia e capire che il nostro mondo, che si vuole tanto moderno e nuovo, sta producendo vecchie pulsioni" dice Gael.
    Il rapper-scrittore è tornato a vivere in Ruanda perchè per lui rappresentava "la ferita. Un paese da cui sono fuggito per il genocidio. Volevo mettere fine a un clichè. Per conoscere un Paese bisogna vederlo nella sua quotidianità. E sono contento di esserci tornato. Non volevo diventare uno scrittore dell'esilio e da quando vivo lì non scrivo più di Ruanda e Burundi" spiega. Il Ruanda è "un paese nuovo e giovane, ha 23 anni. Il genocidio rappresenta l'anno zero. Chi ha preso il potere ha costruito una nuova società in cui le etnie sono state abbattute, tanto che è un reato definirsi oggi tutsi o hutu. E' un paese grande ma resiliente. Penso che ci vorranno ancora tre, quattro generazioni prima della fine del trauma del genocidio che è come se si tramandasse. Si vede tra gli armeni, i cambogiani e nella comunità ebraica". Nella Francia dove lo scrittore ha vissuto per molti anni "la crisi politica è forte in termini di rappresentanza. Ci sono fiammate populiste di estrema destra.
    Molti giovani votano il meno peggio, mai per qualcosa. La Francia si trova in questa situazione a causa dello scontro fra l'idea di essere un Paese bianco e cattolico e la realtà di essere un Paese meticcio e multiculturale. Ma sono ottimista: la Francia si potrà sollevare e la salvezza verrà dalla sua cultura che è immensa e di cui non usufruiamo abbastanza" racconta Gael che in 'Piccolo Paese' fa dire a Gabriel: "vivo in un Paese dove ci sono tante biblioteche che nessuno nota più". Il successo di 'Piccolo Paese' è per Gael Faye "un incoraggiamento per continuare a scrivere romanzi". Nel prossimo libro, che sarà pronto nel 2019, "non parlo di Ruanda e Burundi.
    Sto lavorando al nuovo album che uscirà a inizio 2018" dice il rapper scrittore che con il nuovo disco si esibirà per la prima volta in Italia.
   

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