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Silenzi di Stato e trasparenza negata

Silenzi di Stato e trasparenza negata

Dieci storie esemplari raccontate da Belisario e Romeo

ROMA, 18 ottobre 2016, 10:05

Titti Santamato

ANSACheck

La copertina del libro 'Silenzi di Stato ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

La copertina del libro  'Silenzi di Stato ' - RIPRODUZIONE RISERVATA
La copertina del libro 'Silenzi di Stato ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

ERNESTO BELISARIO E GUIDO ROMEO, SILENZI DI STATO (CHIARELETTERE, PP. 166, 14 EURO) - Quanto ha speso il sindaco in viaggi e con chi è andato a cena? Quanto è sicura la scuola dei miei figli? Come sono fatte le graduatorie dei concorsi pubblici? Quanti sono i 'derivati' acquistati dal ministero e dalle amministrazioni? Sono tutte informazioni non coperte dal segreto di Stato eppure l'accesso, fino ad oggi, è stato negato a cittadini, associazioni e giornalisti. Nel libro 'Silenzi di Stato' Ernesto Belisario, avvocato (si occupa di diritto amministrativo, accesso all'informazione e diritto delle tecnologie) e Guido Romeo, giornalista (scrive di Innovazione per Il sole 24 Ore e Vogue) hanno messo in fila dieci casi esemplari di trasparenza negata che rappresentano "il segnale che la democrazia può essere praticata a partire dal basso".
    "Deve essere concesso libero accesso a tutti gli archivi". Lo scriveva Re Adolfo Federico di Svezia nel 1776 in netto anticipo sui tempi e segnando il primato europeo del paese per l'adozione della prima legge sull'accesso ai documenti della pubblica amministrazione. Solo in epoca recente gli altri paesi hanno raccolto l'esempio svedese. Cinquant'anni fa gli Stati Uniti hanno approvato il Freedom of Information Act (Foia), "aprendo la strada alla diffusione dell'istituto dell'accesso civico alle informazioni di tutto il mondo", scrivono gli autori. Nel 2005 è poi arrivata l'ora della Gran Bretagna, nel 2013 della Spagna, mentre in Italia la trasparenza arriva più tardi. Solo nel 2016 il nostro paese si è dotato di un Foia (entrambi gli autori del libro hanno promosso la campagna Foia4Italy, per l'approvazione della legge sulla trasparenza e l'accesso all'informazione). "Questo ritardo - sottolineano Belisario e Romeo - oltre ad essere uno dei principali motivi della sfiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni, rappresenta sicuramente una delle cause di una situazione emergenziale che il nostro Stato attraversa sotto il profilo dell'inefficienza della Pubblica Amministrazione e della corruzione".
    In questi anni il Foia statunitense ha funzionato bene. Solo per fare qualche esempio ha permesso a giornalisti e cittadini di conoscere la vicenda di Edward Snowden e le pratiche di sorveglianza dell'Nsa; ha consentito al Seattle Times di fare uno scoop sul drammatico aumento delle morti per intossicazione da metadone tra chi sottoscriveva assicurazioni mediche, aprendo così la strada alla riforma sanitaria proposta da Barack Obama e Hillary Clinton. Ma ha anche consentito di rivelare che dietro al copione del film Zero Dark Thirty della regista Katryn Bigelow c'era personale della Cia.
    E in Italia? E' esemplare la vicenda del giornalista Claudio Gatti che è negli Usa dal 1978 e grazie al Freedom of Information Act ha ottenuto dal governo statunitense "migliaia di pagine su alcuni dei fatti più oscuri della nostra storia recente, dal terrorismo alle stragi". Compresa Ustica. Quando nel 2008 ha provato a fare le stesse richieste al nostro governo è iniziata una lunga trafila che ha portato dopo tre anni ad un nulla di fatto e anche ad un ricorso al Tar del Lazio. "L'Italia - scrive Gian Antonio Stella nella prefazione del libro - fa fatica ad adottare alcuni principi di trasparenza consolidati da decenni in tutti quei paesi che credono nelle ragioni di John F. Kennedy". E spesso invocando la privacy. "Un alibi pensoso", continua Stella sottolineando che questo libro "aiuta a capire quanto la battaglia per una trasparenza vera e non solo formale non sia stata ancora vinta".
   

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