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Cremisi esule sulla nave della vita

Cremisi esule sulla nave della vita

Romanzo autobiografia tra importanza affetti e ricerca identità

ROMA, 13 settembre 2016, 10:08

Paolo Petroni

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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    TERESA CREMISI, ''LA TRIOMPHANTE'' (ADELPHI, pp. 186 - 16,00 euro - Traduzione di Lorenza Di Lella e Francesca Scala).
    Il tempo di una giornata, dalla mattina presto a mezzanotte e mezza, scandisce il racconto di tutta una vita, una vita da esule, nata ad Alessandria d'Egitto e costretta a lasciare il paese con la crisi di Suez del 1956, poi quasi naturalmente alla ricerca di un porto nuovo in cui stare, al tentativo di ottenere la cittadinanza francese più volte rifiutatale, sentendosi sempre fuori posto, sensazione che acquista via via una valenza esistenziale, pur in una vita di successo. Teresa Cremisi infatti ha fatto una bella carriera lavorando nell'editoria sin da giovane, prima a Milano alla Garzanti, quindi a Parigi da Gallimard dal 1989 al 2005, infine direttrice per dieci anni del gruppo Flammarion, approdando ultimamente nel cda di Rcs.
    Una vita tra i libri, una vita da appassionata della lettura: ''Ci sono alcuni libri che sono stati importanti per me , voglio dire che erano al mio fianco nei momenti in cui la vita premeva sull'acceleratore e imboccava una svolta.... a volte mi è parso addirittura di sentire voci amiche levarsi dalle pagine di Stendhal, Conrad o Proust'', scrive, dandoci alcuni sostanziali punti di riferimento, cui aggiunge anche il poeta greco Kavafis, vissuto anche lui ad Alessandria. Si sofferma così su ''La linea d'ombra'', sulla coscienza e mancanza di stupore del protagonista e quella frase ''Una nave! La mia nave! Era mia....
    non ne avevo mai sospettato l'esistenza. Ne avevo appena udito il nome, eppure eravamo indissolubilmente uniti per una parte del nostro futuro''. Quindi non a caso questo romanzo in forma autobiografica porta come titolo quello di una corvetta dell'Ottocento, ''Trionphante'', scoperta nei disegni del marinaio Eduard Jouneau, che rimanda alla nave di Conrad e alla passione per le navi da guerra che aveva da bambina, osservandole e studiandole seduta sulla sabbia della baia di Abukir e pensando alla vita come a una lunga battaglia. Una battaglia che come epigrafe ha una poesia di Kavafis ''che oggi mi fa un po' paura'' e che inizia ''Mezzanotte e mezza. E' passata presto l'ora / dalle nove quando accesi la lampada'', per finire ''Mezzanotte e mezza. Com'è passata l'ora./ Mezzanotte e mezza. Come son passati gli anni''. Citazioni essenziali per essere davvero partecipi del viaggio esistenziale e la scoperta del mondo cui ci invita questo libro che ha la gran qualità della leggerezza e di una sottile affabulazione di chi narra non di sé ma di qualcun'altro con uno sguardo ironico e serietà assieme e in cui contano i sentimenti, affetti e amori innanzitutto, il passare del tempo, la vita quotidiana di una donna che ha alle spalle l'amato oriente e affronta a testa alta il nuovo mondo occidentale. Nasce così una lettura narrativa che può conquistare tutti e non solo gli specialisti interessati al mondo editoriale, che invece è quasi assente, lasciato da parte, mentre prevale il problema della propria identità (la Cremisi è ebrea ma battezzata, di padre italiano e madre anglo-indiana) che suscita quella certa malinconia di chi è portato a chiedersi sempre chi sia e se si trovi nel posto giusto, senza riuscire naturalmente a darsi una vera risposta.
   

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