(di Paolo Petroni)
LUDINA BARZINI, ''SOLO AMORE''
(BOMPIANI, pp. 260 - 13,00 euro).
Una storia di passione e amore che a un certo punto si tinge
di mistero con una velatura noir, o meglio listato a lutto, come
il biglietto che Lucrezia riceve il giorno delle sue nozze con
Gianni. E sarà proprio tragicamente un lutto che più avanti
segnerà il rapporto tra la giovane, ricca e alto borghese
ragazza milanese e il fascinoso medico neurologo palermitano con
i baffi alla Stalin, infilandolo in un tunnel di cose non dette,
di cose tenute dentro, di sensi di colpa che lo porteranno alla
rovina, e da cui i due usciranno, ritrovandosi, solo 50 anni
dopo, quando ormai hanno altre vite, altre famiglie e hanno
sepolto e covato in sé il mistero di quella fine, quasi braci
che bruciano sempre sotto la cenere.
A raccontare è lei in prima persona. Gianni è malato, ha un
tumore che lascia speranze ed è ricoverato in ospedale a Roma
quando le manda a sorpresa, passati appunto decenni, una foto
che le scattò ai bei tempi, chiedendole di farsi viva. Lei
accetta (''Ho già visto un amico morire in quel modo.
Maledizione''), lo va a trovare per sentire cosa voglia, e
intanto rievoca tutta la loro vicenda, cominciata nel 1962
quando la madre di lei, in crociera alle Eolie, venne ricoverata
d'urgenza a Palermo per una grave infezione al cervello che la
manda anche in coma e Lucrezia le stette accanto per molti e
molti giorni, sino all'insperata guarigione.
Lei aveva 18 anni, era sola in una città dove non conosceva
nessuno, e Gianni 28 e medico del reparto, affascinato dalla
bella ragazza e subito protettivo con lei. ''Con lui mi sono
esposta alle tempeste d'amore e ai suoi tormenti'' e quando lo
rivede e ritrovano un'intimità, ammette: ''Il cuore batte
all'impazzata. Sento le guance scottare.... L'amore non ha
tempo. L'amore non ha regole''.
Lucrezia è travolta anche dalla Sicilia, dalla disponibilità
della gente, dal calore e la sensualità, dalla luce e il mare,
che mette a confronto con i ricordi della sua vita famigliare
tutta rigidità e convenzioni. Ecco allora Palermo, ''scuola di
vita dove nessuno si faceva i fatti propri'', e sentire che
''l'inondava con la sua umanità stravagante, solare, pigra.
Ancora non avevo conosciuto le atmosfere cupe, ambigue,
sofferenti, che avrei scoperto sul volto di Gianni. Il lato
ombroso. Tutto sembrava pieno di luce''. Così le uscite per un
caffè, poi le cene sul mare, portano ai due sempre più
complicità e tensione che si scioglierà il giorno in cui restano
soli in casa e lei passerà una notte con l'inquietudine di aver
perso la verginità confessandosi ''Sbronza? sì, d'amore''.
Nasce una passione travolgente, osteggiata dai genitori di
lei, che si sente però ormai adulta e indipendente. Lui la
rassicura sul futuro: ''Inventeremo un modo, non temere. nella
vita solo l'amore conta, e noi l'abbiamo trovato - Così anch'io
ritrovavo il sorriso per la fierezza di essere la prescelta. Una
predestinata all'amore''. Si sposano, ma presto ombre di storie
passate di Gianni e una tragedia, cambieranno tutto. Anche un
soggiorno in America, dove lui è chiamato a condurre importanti
esperimenti, non risolve la situazione, il rifugiarsi di Gianni
nell'alcol sempre più, sino a essere anche manesco e incapace di
stare in piedi. Nulla cambia col ritorno a Palermo e tutto
precipita inesorabilmente, finchè sarà Lucrezia, che continua
comunque a amare e sperare, a prendere una decisione definitiva.
L'amore può essere estasi, ma anche sofferenza e dolore.
Solo cinquanta anni dopo, davanti a lui consumato dalla
malattia, la verità di certe coincidenze e fatalità verrà alla
luce, si scioglieranno le tensioni tenute dentro per una vita
intera, perché come sempre, ed è un po' il senso di questo
romanzo, l'ignoto, il non capire non permettono di trovare la
pace.
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