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Manfredi, canzone italiana è Skanzonata

Manfredi, canzone italiana è Skanzonata

Da Petrolini a Caparezza, umorismo e satira nella musica

ROMA, 21 maggio 2016, 13:35

Paola Mentuccia

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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   ROBERTO MANFREDI, SKAN-ZO-NA-TA. LA CANZONE UMORISTICA E SATIRICA ITALIANA DA PETROLINI A CAPAREZZA (SKIRA PP. 256, EURO 16,50). Personaggi stralunati, situazioni surreali, storie "non sense", sottili denunce. Il libro Skan-zo-na-ta dell'ex discografico e autore televisivo Roberto Manfredi racconta l'umorismo e della comicità della canzone in Italia e i protagonisti che ne hanno tracciato la storia. Da Ettore Petrolini e Rodolfo De Angelis a Caparezza, passando per Renato Carosone, Fred Buscaglione, Renzo Arbore, Dario Vergassola, gli Skiantos, Elio e le storie tese. Interviste, curiosità e aneddoti sulla vita e sulla carriera dei cantautori, su eventi storici, oltre a una trattazione cronologica e dettagliata dei generi ascrivibili alla canzone umoristica. Il libro vuole essere "un omaggio a tutti gli "scanzonati" d'Italia", dichiara l'autore: "Il background musicale di questo paese è ancorato al melodramma, alle storie di amori sofferti, persino tragici - spiega nel libro - eppure il primo disco italiano è stato 'A risa, il cui testo del ritornello è uno scoppio di risate. Si può dire, quindi, che l'industria italiana del disco sia nata ridendo". La bonaria irriverenza della "Canzone intelligente" di Cochi e Renato, la dissacrante "Odio chi" di Stefano Rosso, la liberatoria "Nuntereggae più" di Rino Gaetano, "L'inno del corpo sciolto" di Roberto Benigni, "La paranza" di Daniele Silvestri, il teatro-canzone di Dario Fo e Giorgio Gaber, da "Ho visto un re" a "Si può". E Caparezza è, per l'autore, l'erede musicale di quella storia iniziata più di un secolo fa con Petrolini, perché "mette insieme cattiveria, ironia, trasgressione e divertimento come nessun altro". Lo stesso cantautore, intervistato da Manfredi, si definisce "un amatore della creatività che si oppone all'accademia, al belcanto tradizionale, al tecnicismo gorgheggiante".
    Se la canzone strappalacrime si è accaparrata buona fetta della tradizione italiana, attraverso questo archivio ancora pulsante di testimonianze, Manfredi svela un mondo musicale parallelo, di minor appeal commerciale ma di grande forza intellettuale. Una vera industria creativa che analizza la realtà con l'ironia e con il paradosso e rispecchia un vero e proprio stile di vita.
    "Abbiamo voglia di ridere dei nuovi "scemi del villaggio" più che degli scemi della politica, - scrive Manfredi nel libro - di sorridere sulle disavventure di noi comuni mortali, della gente, dei nostri vizi e virtù di italiani mangiaspaghetti". La satira politica deve continuare a vigilare, secondo Manfredi, ma c'è bisogno di altri personaggi, altre storie, altre canzoni

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