DIEGO DE SILVA, TERAPIA DI COPPIA PER AMANTI (Einaudi, pag. 288, Euro 18,00) "Le passioni vere non muoiono mai, superano il passaggio del tempo. Sono come le applicazioni del cellulare: si aggiornano": Diego De Silva torna a parlare di sentimenti con la consueta ironia e la grande capacità affabulatoria che lo contraddistinguono nel libro Terapia di coppia per amanti (Einaudi), senza perdere il gusto di un pizzico di romanticismo. Alle prese con una storia narrata a due voci - quella di Modesto e Viviana, entrambi sposati ma non tra di loro, che si innamorano e tentano con la psicoanalisi di dare un futuro alla loro relazione clandestina - De Silva sceglie la leggerezza come chiave per decodificare la complessità dell'amore: "La letteratura raggiunge il lettore quando esce dal senso di gravità. Infatti la leggerezza è un'esigenza che avverto come lettore, prima ancora che come scrittore. Mi disturba quando un autore, per apparire bravo, usa una scrittura costruita", dice intervistato dall'ANSA a bordo di Una Nave di Libri, specificando però di non "ricercare una elementare semplificazione, ma una traduzione di qualcosa che semplice non è". Un obiettivo che il libro centra in pieno e che ora lo scrittore napoletano cercherà di raggiungere anche al cinema, dal momento che il romanzo diventerà una commedia d'autore, prodotta da Luigi Musini per Cinema Undici e in uscita probabilmente nel 2017: "Sto lavorando alla sceneggiatura con Francesca Serafini e Giordano Meacci: le riprese dovrebbero iniziare a settembre", rivela, "quando si traspone un libro una quota di tradimento è indispensabile: con la sceneggiatura lavori per la messa in scena, la parola scompare dietro le quinte". Anche il film, in ogni caso, dovrà fare i conti con le "versioni" (quella femminile e quella maschile) della storia d'amore fornite dai due protagonisti: "mi piace l'idea che il pubblico si faccia una sua idea", afferma, "ovviamente non sono riuscito a scrivere una storia completamente oggettiva, perché in amore c'è sempre una appartenenza di genere". Ma in questo lavoro c'è anche la figura complessa e non soprassedibile del terapista, "intrigato dal seguire una coppia non ufficiale, e contemporaneamente invischiato in una situazione sentimentale ancora più sfasciata, nella quale è tirannizzato da una giovane fidanzata". Nessun atteggiamento dogmatico dunque, poche verità assolute ("è solo il personaggio di Viviana che cede alla sindrome dell'aforismo, di cui soffre anche Paolo Sorrentino nei suoi film", scherza) e una gran confusione, esattamente come accade nella vita vera: "L'amore è il modo migliore per rovinarsi la vita: è così che scopri di essere corruttibile e di non essere una persona di principio", prosegue, "quando si ama la maggior parte delle liti deriva dal bisogno di reciprocità: la nostra felicità dipende da un altro, per questo l'istinto è di scappare". "Mi commuovono le coppie anziane mano nella mano", racconta ancora, "e penso che quel tipo di coppia ha fatto l'amore tutti i giorni fino a che la salute ha retto. L'amore è una cosa seria, è una forza che ti supera e ti fa smarrire. Non c'entrano nulla la stima e le qualità".
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