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Bosc, il destino? E' questione di punti di vista

42 vite diverse che convergono tutte in un unico tragico punto

        (ANSA) - ROMA, 4 FEB - ADRIEN BOSC, ''PRENDERE IL VOLO'' (GUANDA, pp. 174 - 14,50 euro - Traduzione di Laura Bosio).
    Un romanzo curioso che è come costruisse le proprie storie andando all'indietro, inseguendo le vite di un gruppo di persone dal momento della morte, dallo schianto di un aereo su cui erano tutte passeggeri in volo verso New York. Adrien Bosc, trentenne creatore del marchio editoriale Sous Sol, alla sua prima e fortunata prova narrativa, costruisce una storia corale fatta di quarantotto destini individuali diversi (undici dei membri dell'equipaggio) che convergono tutti verso lo stesso tragico punto finale: ''un infinito concorso di cause determina il risultato più improbabile''.
    Tra questi anche tre star, la violinista Ginette Neveu con il suo prezioso Stradivari, il pittore alla moda Bernard Boutet e il pugile Marcel Cerdan, grande amore di Edith Piaf, della quale si sono appena celebrati, a dicembre, i 100 anni dalla nascita.
    "Prendi l'aereo, se prenderai la nave avrò il tempo di morire, mi manchi troppo" pare avesse detto la cantante al suo amato, che si recava in America per strappare il titolo mondiale dei pesi medi al mitico Jake LaMotta. Ma il moderno Constellation partito la notte del 27 ottobre del 1949 da Orly non arriverà mai, precipitando sul monte Redondo in atterraggio alle Azzorre.
    La loro mitica e drammatica storia è un po' il fulcro di questo libro. Il giorno dopo la Piaf salì egualmente sul palcoscenico annunciando che avrebbe ''cantato solo per Marcel'' dedicandogli tutte le sue canzoni e, in particolare, ''Hymne a l'amour'' nata proprio per lui e composta da Marguerite Monnot, l'autrice di ''Milord'', e mentre cantava questo brano il piccolo ''passerotto'' francese stramazzò a terra svenuta. Quella notte si salvarono invece i coniugi Newton, costretti a cedere i propri posti al campione sportivo e i suoi accompagnatori, perché il gioco del destino ''è sempre una questione di punti di vista'', è imprevedibile e trasforma disgrazie in fortune e viceversa, come capita a Amelie Ringler, operaia chiamata in America per un'eredità insperata di una lontana zia e muore andandola a prendere.
    Dietro questo romanzo una ricerca, un lungo e articolato lavoro di inchiesta tra archivi e eredi sopravvissuti, ma poi inevitabilmente la fantasia arriva a soccorrere gli inevitabili vuoti di vite anonime e di cui poco resta o è recuperabile e il romanzo, con la sua verità vince sulla cronaca. Non capita per tutti la fortuna di ritrovare un figlio che ti racconta tutto del padre Ernest Lowenstein morto sul Constellation. E le vite dei vari passeggeri, dei piloti e dell'equipaggio vengono montate con abilità narrativa assieme alla storia di quel fatale volo, dalla partenza, al cambio di rotta per il maltempo, all'incidente fatale, che accomuna, tra i tanti, i sogni di cinque pastori baschi partiti in cerca di fortuna e un industriale cubano, un commerciante messicano, un autista iracheno. A rendere tutto credibile, e coinvolgente la minuzia di certe ricostruzioni, l'attenzione ai dettagli, il senso della vita che scorre prima del nonsenso quella notte.
   

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