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Netflix, la rivoluzione è in atto

Netflix, la rivoluzione è in atto

Stefano Zuliani intervista manager per spaccato competente

ROMA, 13 gennaio 2016, 12:49

Elisabetta Stefanelli

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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STEFANO ZULIANI, 'NETFLIX IN ITALIA E IL BIG BANG DI CINEMA E TV'. Analisi e previsioni sull'evoluzione del sistema audiovisivo'. (Gruppo 24 Ore, pag. 116, euro 15,00).

   La scarsa diffusione della banda larga, l'ampia piaga della pirateria, la scarsa dimestichezza nell'utilizzo delle carte di credito, sono considerati gli ostacoli principali alla diffusione di Netflix in Italia, il gigante sbarcato il 15 ottobre nel nostro paese per portare una ventata di novità sia dal punto di vista del mercato che da quello culturale all'ingessato orizzonte televisivo. Di quello che potrebbe o non potrebbe accadere da' un utilissimo spaccato il libro di Stefano Zuliani, 'Netflix in Italia e il Big Bang di cinema e tv'. Si tratta di una raccolta di autorevolissime interviste - da Abete a Detassis, da Balassone a Parisi, da Barbagallo a Lucisano e Degli Esposti, da Mieli a Ferrero, da Ozpetek a Purgatori e molti altri - in cui l'autore pone la questione dello sbarco del nuovo operatore e delle possibili conseguenze al top della dirigenza italiana dei settori interessati. Alle risposte illuminanti e competenti, fanno da corollario una serie di capitoli introduttivi con dati sull'intero settore audiovisivo italiano che, letti tutti così insieme, danno spunti di riflessione anche ai più esperti e appassionati del settore.

''L'investimento sulle produzioni locali è la strada da percorrere'', dice Giandomenico Celata, docente di economia a RomaTre, secondo il quale ''Netflix avrà bisogno di un mirror dell'offerta, anche sulla tv free''. Per Zuliani infatti ''dallo sviluppo del mercato on demand, il settore della produzione trarrà forti benefici e in parte sarà grazie alla scelta strategica di Netflix di investire direttamente importanti somme sui contenuti. A livello globale, il suo impegno complessivo è pari a 3,4 miliardi di dollari l'anno (arriverà a 5 miliardi nel 2016) di cui il 10-20% in produzioni locali nei paesi extra Usa''. Ed infatti in Italia Netflix ha già annunciato che a maggio 2016 ci sarà il primo ciak della serie che andra' in onda nel 2017: sarà l'adattamento del film Suburra per la prima produzione originale italiana, realizzata da Cattleya. Gli episodi saranno diretti da Stefano Sollima, il regista di Gomorra - La Serie e dopo il debutto su Netflix saranno trasmessi anche dalla Rai.

    E' di questi giorni poi la notizia che Netflix ha lanciato il proprio servizio a livello globale, rendendo disponibile la sua rete di Internet TV contemporaneamente in oltre 130 nuovi paesi di ogni parte del mondo. L'annuncio e l'attivazione del servizio sono avvenuti in occasione dell'intervento del cofondatore e CEO Reed Hastings al CES 2016. ''Se Netflix troverà i giovani giusti, che parlino un nuovo linguaggio pop, allora sarà vincente sui nativi digitali e di qui a cinque anni potrebbe raggiungere una cospicua fetta di mercato. Ma dal punto di vista della fruizione contenuti siamo ancora un paese vecchio: inizialmente immagino quindi uno schema di offerta molto semplice, sdoppiato fra nativi digitali e non'', sostiene Luigi De Laurentis. Per Andrea Occhipinti, ''Netflix faciliterà la crescita di un'offerta legale, un push su nuovi modelli di consumo e, molto importante, una ridiscussione sul tema delle windows di sfruttamento sulle varie piattaforme''. Tema, quest'ultimo, molto dibattuto nelle interviste. Quanto ai cambiamenti ''la tv pubblica ha già retto a due grandi cambiamenti'', spiega Antonio Medici, e ''saprà affrontare anche questa nuova fase. Mediaset dovrà decidere la propria strategia sulla tv a pagamento'', mentre per molti la competizione con Sky avvantaggerà il mercato. Staremo a vedere.
   

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