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Montemarano, 'Un solo essere'

Montemarano, 'Un solo essere'

Nuovo romanzo vincitore Premio Neri Pozza su lutto e perdita

ROMA, 12 ottobre 2015, 11:10

Mauretta Capuano

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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  (ANSA) - ROMA, 12 OTT - MARCO MONTEMARANO, UN SOLO ESSERE (Neri Pozza, pp 272, euro 17,00)

Morire accoltellato in una serata d'autunno a Monaco di Baviera, mentre torni a casa in bicicletta dopo aver cenato con la tua fidanzata. E' quello che è successo a Martin, a due mesi dalla sua nuova vita in Germania con Natalia, con cui doveva sposarsi. Una storia vera, diventata un'ossessione per Marco Montemarano che, toccato personalmente dall'omicidio, avvenuto nel 2013, gli ha dato voce nel suo nuovo romanzo 'Un solo essere' (Neri Pozza), in cui racconta la perdita e l'elaborazione del lutto visto da due angolazioni diverse.

    "E' la prima volta che lavoro a caldo ma non lo ho scelto. E' una cosa che mi ha profondamente scosso e ossessionato perchè è successo a 200 metri da casa mia e la vittima di 31 anni, era il fidanzato di una mia ex studentessa, 28 anni di Potenza, come lui" spiega all'ANSA Montemarano che è nato a Milano, cresciuto a Roma, dove è tornato in questi giorni, e vive da 25 anni a Monaco di Baviera. Scrittore, giornalista, traduttore e musicista, nel 2013 ha vinto il Premio Nazionale di Letteratura Neri Pozza con 'La ricchezza'. Prima aveva pubblicato in ebook 'Acqua passata' con cui è stato tra i vincitori dell'edizione 2012 del concorso IoScrittore. Natalia e Martin stavano tornando a casa, non affiancati sulla ciclabile troppo stretta quando, un uomo incappucciato, ha tagliato la strada a lei e le ha sputato in faccia. Il fidanzato è partito all'inseguimento dell'oscuro personaggio ed è stato accoltellato senza pietà. L'assassino che non è ancora stato trovato. "Ho parlato molto con la mia ex studentessa, della rabbia, del suo ritorno alla vita, della fede che la ha molto aiutata. Ho speso notti intere a fare ricostruzioni di chi poteva essere stato: un vicino di casa, un punk, uno stalker, un fuori di testa. Tutte supposizioni riportate in corsivo nel romanzo.

    Tutto era cambiato, la percezione del luogo in cui abito e della città" spiega lo scrittore che prima dell'omicidio stava scrivendo una storia con protagonista un professore che non ha elaborato un lutto, non è riuscito a fare i conti con il passato, con quel "prima" che è uno dei temi forti di Montemarano. "Così queste due storie sono entrate in risonanza ed è nato 'Un solo essere', un romanzo in cui si parla di due modi di affrontare il lutto. Nel primo caso siamo davanti ad una elaborazione del lutto. Nel secondo caso ad un trauma non elaborato. In entrambi i casi di fronte ad una perdita" sottolinea. "Ho lavorato - spiega lo scrittore - su una materia calda e su una fredda. E' un pò questo l'esperimento". Da qui la citazione da Alphonse de Lamartine nella dedica d'apertura: "Un solo essere vi manca, e tutto è spopolato".
   

Montemarano ha dato a questa storia anche un respiro che va oltre la dimensione personale dei protagonisti riuscendo a parlarci anche del tempo in cui viviamo. Come quando racconta dei due profughi minorenni somali di cui si occupa Natalia che fa volontariato. "Parlo anche di come viviamo i conflitti nelle nostre società opulente" dice l'autore che vive nella città dove sono arrivate migliaia di profughi ma, "come accade sempre in Germania i mondi vengono tenuti separati. Così di quello che accadeva alla stazione di Monaco i cittadini hanno avuto una percezione limitata, era molto più evidente dai telegiornali". Montemarano ha già pronto un altro libro in cui racconta "in terza persona la storia di un ragazzo di 16 anni, di Roma, e di un manager d'industria quarantenne che sta in una città non meglio identificata del Nord Europa. Uno dovrà aiutare l'altro a fare i conti con cose dolorose della sua vita".

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