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La prigione 'In questo luogo incantato'

La prigione 'In questo luogo incantato'

Il romanzo d'esordio della giornalista americana Rene Denfeld

ROMA, 11 ottobre 2015, 12:59

Mauretta Capuano

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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RENE DENFELD, IN QUESTO LUOGO INCANTATO (FRASSINELLI, PP 218, EURO 19). Un condannato a morte aspetta la sua fine nell'isolamento di una cella eppure nel luogo feroce in cui si trova da tempo riesce a cogliere qualcosa di incantato. E proprio 'In questo luogo incantato' si chiama il primo romanzo della giornalista americana Rene Denfeld, esperta in inchieste su casi di pena capitale, che Frassinelli ha pubblicato in concomitanza con la Giornata Mondiale Contro la Pena di Morte.
    Oltre duecento pagine che ci fanno entrare in un mondo che non vorremmo conoscere, dove non c'e' un raggio di luce, il calore umano non esiste e il tempo si dilata. "Il mondo esterno è diventato irreale. Quando sogno, mi trovo sempre dentro" racconta il protagonista che da tempo sta a marcire nelle segrete del carcere. "Qui il tempo passa, ma non conta. Potrei anche avere un orologio, ma che cosa mi direbbero le lancette? Niente" dice.
    A salvare il narratore della storia, di cui non conosciamo il nome ne' il crimine commesso, sono i libri della biblioteca della prigione. Non parla con nessuno il condannato nel braccio della morte. E' solo, senz'anima, ma affamato delle parole dei libri. "Ho letto tutto ciò che conteneva quella piccola biblioteca polverosa. Ho letto i prologhi e gli epiloghi al punto che avrei saputo dire quante volte Stephen King ringraziava la moglie, Tabitha" racconta il protagonista il cui libro preferito è 'Alba bianca' di James Houston.
    In questo inferno ci sono solo due figure che rappresentano un collegamento con il mondo esterno: un sacerdote che si prende cura dei detenuti per espiare un peccato e una donna che ha la missione di salvare uno di loro, di portare un pò di speranza, ma il condannato che potrebbe far uscire dal braccio della morte non ne vuole sapere.
    "Il prete spretato cammina lungo il braccio. Sento nei suoi passi che non gli piace quello che deve fare oggi" dice il narratore a proposito del sesto detenuto che il sacerdote deve accompagnare alla morte. Una morte in modo pulito, dove non restano da ripulire "materia cerebrale e sangue", grazie alla macchina della Camera dei Rampicanti.
    Tra morte e redenzione, incubi e fantasmi, la Denfeld, già autrice di saggi, con questo romanzo che è come un pugno nello stomaco ma riesce a parlare di amore, ha vinto tra l'altro il Prix du Premier Roman Etranger ed è entrata nella Top 20 dei Libri dell'anno di Goodreads. E alla fine il protagonista se ne va come ha sempre "sperato di diventare: dimenticato" ma prima lascia alla signora che si prende cura dei detenuti il suo libro preferito: 'Alba bianca'.
   

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