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Livia, la 'donna chiave' di Augusto

Livia, la 'donna chiave' di Augusto

Riabilitazione di imperatrice romana, 'bussola' del marito

ROMA, 13 settembre 2015, 11:33

Francesco Bongarrà

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La copertina del libro di Paolo Biondi 'Livia, una biografia ritrovata ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

La copertina del libro di Paolo Biondi  'Livia, una biografia ritrovata ' - RIPRODUZIONE RISERVATA
La copertina del libro di Paolo Biondi 'Livia, una biografia ritrovata ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

PAOLO BIONDI, 'LIVIA. UNA BIOGRAFIA RITROVATA' (EDIZIONI DI PAGINA, PP. 184, EURO 15,00). "Cesare Ottaviano Augusto è il personaggio chiave nella storia di Roma per il passaggio dalla Repubblica all'Impero. Del primo imperatore di Roma, del quale si è appena finito di celebrare il bimillenario della morte, sappiamo tutto. Non sappiamo invece quasi nulla della donna che gli è stata al fianco per 53 anni, fedele ombra e sostegno della sua iniziativa. Eppure Livia Drusilla è personaggio chiave per comprendere questo delicato passaggio della storia romana. Quel poco che di lei sappiamo sono le accuse di essere all'origine di ogni maleficio in quei decenni che le rivolta addosso Tacito. Il romanzo di Paolo Biondi è una riabilitazione in piena regola di questa donna straordinaria che ha fatto il bello e il cattivo tempo a Roma dal 39 avanti Cristo, anno in cui conobbe e ammaliò Augusto, fino al 29 dopo Cristo, anno in cui morì, 15 anni dopo la dipartita del marito. In tutto 68 anni a cavallo dell'era cristiana.
    Il libro è dichiaratamente agiografico: "Non solo un'esaltazione della moglie di Augusto, ma anche di tutte quelle donne che con lei hanno costituito la spina dorsale dell'inizio del principato romano: Ottavia, Antonia e Agrippina", come dice lo stesso autore. Non è solo e soprattutto un romanzo storico, ma un libro di politica (del resto Paolo Biondi, alla sua prima opera letteraria, è analista politico dell'agenzia di stampa internazionale Reuters) dove la storia spesso pare echeggiare fatti della cronaca d'oggi, di letteratura con continui richiami agli autori del periodo (a iniziare da Virgilio, Orazio, Ovidio, Tibullo), di architettura e storia naturalistica con richiami a Vitruvio e Plinio, di storia dell'arte, di evoluzione del costume.
    Ma è soprattutto un viaggio alla riscoperta di episodi e personaggi sconosciuti sotto questa veste ai più e un invito a riscoprire luoghi che non non conosciamo o ai quali passiamo accanto distratti: la villa di Livia alla periferia di Roma, la casa di Augusto sul Palatino, l'auditorium di Mecenate all'Esquilino, l'arco di Augusto e la casa del chirurgo romano a Rimini, la casa di Tiberio a Sperlonga, la casa di Orazio a Mandela in Sabina, fino alle regge di Erode il Grande in Siria e Palestina. Soprattutto è la riscoperta di un personaggio che ha fatto e radicato la storia Roma: "Questo dovevamo per restituire a Livia il posto che le compete, a lei almeno quanto ad Augusto", dice sul finire del suo romanzo l'autore.
   

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