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La vita di Jackie, icona del XX secolo

La vita di Jackie, icona del XX secolo

Una biografia romanzata racconta carisma e gossip

ROMA, 27 luglio 2015, 15:44

Patrizia Vacalebri

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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JACKIE - ADRIANO ANGELINI SUT - EDITORE GAFFI (PP 414 - EURO 20)

Affascinante al punto da riuscire a sposare uno degli scapoli d'oro dell'epoca, rampollo di una delle famiglie più potenti dell'high society americana, che sarebbe diventato di lì a poco il 35/o presidente degli Stati Uniti, John Fitzgerald Kennedy. E una volta rimasta vedova del suo Jack - come veniva chiamato in famiglia il 35/o capo di stato americano, ucciso nell'auto presidenziale a Dallas il 22 novembre 1963, davanti agli occhi di sua moglie - così seducente da ammaliare e sposare anche Aristotele Onassis, il potente armatore greco che è stato uno degli degli uomini più ricchi del pianeta.

    E' Jackie, biografia romanzata di Jacqueline Kennedy Onassis, una delle figure femminili più amate e importanti del XX secolo. Un'icona di fascino e di stile, musa dei grandi sarti dell'epoca, come Oleg Cassini, e ancora oggi fonte d'ispirazione della moda contemporanea. Jackie, una donna e una First Lady che ha rappresentato un modello di cultura, stile e autorevolezza, non soltanto in America. L'autore del libro, scritto in forma di memoir, lo scrittore e traduttore Adriano Angelini Sut, immagina che Jackie, dal suo letto di morte (avvenuta nel 1994) del suo appartamento a New York, riveli i segreti della sua vita al fratellastro, Yusha Auchincloss, le sue passioni, le gioie, le debolezze e le difficoltà attraversate, mettendo a nudo tutta la sua esistenza.

    Ne emerge il ritratto di una figura carismatica e influente ma anche e soprattutto di una madre e donna determinata.
    "Credo sia assolutamente doveroso che io mi presenti a questa platea. Sono l'uomo che ha accompagnato Jacqueline Kennedy a Parigi, e che si è divertito" ironizzava John Fitzgerald Kennedy con i giornalisti al Palais de Chaillot, a Parigi. Una frase che la dice tutta sulla personalità di Jacqueline Bouvier, nome da ragazza di Jackie, la donna che per ben cinque anni, dal 1960 al 1965, è stata considerata dall'opinione pubblica americana la persona più influente negli Stati Uniti. Il racconto parte parte dalla sua adolescenza a Merrywood: le cavalcate in solitaria, i libri che le tenevano compagnia, le fughe in Europa. Attraverso la sua voce, rivive un pezzo di storia americana e mondiale.

    La durezza di sua madre Janet Lee Bouvier, divorziata e risposata in seconde nozze al ricchissimo Hugh Auchincloss, con la sua primogenita Jacqueline e non con l'altra figlia, Lee, le aveva forgiato il carattere determinato: "Tieni quei guanti tirati su, non vorrai che vedano quelle braccia a badile...e poi hai bisogno di un vestito voluminoso così da nascondere le spalle". "Mia madre, Janet Lee, non ci passava il sale finché non lo pronunciavamo come si doveva (in francese ndr): le sal, ripeteva. E noi, le salt". "Sebbene tutta la sua famiglia provenisse da immigrati irlandesi, fu il retaggio dei Bouvier a catturare anche lei. La Francia divenne un tratto vincente. Un obbligo ineludibile della casa". Il libro affronta anche i gossip sulle infedeltà di suo marito, e quelle che dicevano che dopo la morte di Jfk, Jackie ebbe una relazione col fratello, Robert Kennedy e sul perché dopo l'uccisione di quest'ultimo, Jackie scappò in Grecia e sposò il miliardario, nemico degli Stati Uniti, Aristotele Onassis, lasciando l'opinione pubblica americana e internazionale sgomenta e la sua famiglia delusa. La sua vita mostra come in realtà negli ultimi anni Jackie non avesse altro pensiero che il benessere dei suoi due figli, che amava sopra ogni cosa soprattutto dopo il dolore per la nascita prematura e la morte di sua figlia Arabella al settimo mese di gravidanza. E come buona parte delle sue scelte si possano ascrivere al tentativo di far vivere ai figli una vita lontana dai rischi corsi negli otto anni di fuoco che andarono dall'elezione alla Casa Bianca nel 1960 all'assassinio di Bobby nel 1968.

    Infine l'autore non trascura la figura di Jackie legata alla moda, con i ricordi del suo primo cambio di look che fece epoca: taglio di capelli corti, pantaloni capresi a posto delle gonne e fusciacca al collo. E della sua successiva predilezione per lo stile di Oleg Cassini divenuto il suo couturier ufficiale con una conferenza stampa, anche se, Jackie continuava ad amare segretamente la moda romana, soprattutto le creazioni di Irene Galitzine con i suoi Pigiama Palazzo, che lei faceva acquistare in incognito dal suo fidato staff.
   

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