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De Masi, le parole chiave del mondo moderno

Da Aforisma a Zeta, un patchwork di questioni cruciali

(di Anna Bigano) (ANSA) - ROMA, 7 LUG - DOMENICO DE MASI, 'TAG. LE PAROLE DEL TEMPO' (RIZZOLI, 768 pp., 20 euro).
    'A' come 'aforisma', 'B' come 'bellezza', 'C' come 'creatività'. Non è semplice riassumere contenuti e temi di 'Tag', l'ultimo lavoro del sociologo Domenico De Masi. Partendo dalle lettere dell'alfabeto, l'autore compila un glossario di 26 "parole chiave" del nostro tempo, ognuna delle quali viene sondata, smontata nella sua gamma di significati e implicazioni possibili e dà origine a una serie di riflessioni concatenate - come in un ipertesto, sembra suggerire il titolo - sul mondo complicato in cui viviamo. Talmente complicato che la parola forse più emblematica è quella che si trova sotto la lettera 'D', ossia 'disorientamento', la mancanza, mai palese come oggi, di punti di riferimento in campo economico, familiare, politico, sessuale e culturale insieme. Non c'è da stupirsi, osserva De Masi (che all'argomento aveva dedicato anche il suo saggio precedente, Mappa mundi', edito come questo da Rizzoli), visto che nella fase postindustriale le "onde lunghe della storia" si stanno facendo sempre più brevi: "Ci eravamo appena ripresi dal sorpasso dell'industria sull'agricoltura avvenuto nell'Ottocento che, in meno di un secolo, un nuovo salto epocale ci ha presi alla sprovvista, gettandoci nella confusione". Logico che a questi mutamenti rapidissimi non sia corrisposta un'altrettanto rapida capacità di adattamento, di formazione di una "mappa concettuale" alternativa per aiutarci a ritrovare la bussola in mezzo a tanta confusione. Il modello a cui De Masi guarda è quello meticcio del Brasile - non perfetto ma certamente più vitale di quello occidentale - in cui l'apporto delle diverse etnie che convivono pacificamente lascia ben sperare per l'elaborazione di una nuova e più armoniosa "polifonia sociologica", basata su sincretismo e interscambio più che sull'imposizione di un modello culturale.
    Con questa raccolta di riflessioni, dotte senza essere cattedratiche, De Masi torna su tanti temi cari alla sua ricerca, spingendoci a riconsiderare con occhi nuovi concetti che spesso diamo per scontati, come quello di lavoro e tempo libero, di arte, di scienza, di istruzione. Fra le parole del nostro tempo selezionate per questo personalissimo vocabolario - da leggere d'un fiato oppure consultare per singola voce - ce ne sono di vecchie ('lavoro', 'ozio', 'università') e di nuove ('Telepolis', la città-mondo formata dall'insieme delle connessioni virtuali fra gli individui), italiane e prestiti stranieri ('jobless', 'xénos', 'Yin e Yang'). Tutte insieme concorrono a tracciare un quadro del mondo contemporaneo che non esita a metterne in luce con toni amari paradossi e perversioni: la sperequazione economica, la scomparsa della classe media, lo sfruttamento selvaggio delle risorse naturali. Significa dunque che siamo condannati a un declino irreversibile? Forse no, se la crescita della popolazione corrisponde a quella dei cervelli pensanti. "Mai il pianeta - osserva l'autore - era stato abitato da una massa cerebrale così imponente e, per di più, così istruita e così fornita di protesi meccaniche e informatiche. Perché questa immensa intelligenza dovrebbe fallire di fronte al compito di salvaguardare l'ecosistema assicurandosi in tal modo la sua stessa sopravvivenza?". E' la grande sfida collettiva a cui sono chiamate le nuove generazioni e che richiede coraggio, creatività, capacità di mettere in discussione i nostri paradigmi. (ANSA).
   

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