KATIA RICCIARELLI 'DA DONNA A DONNA. LA MIA VITA MELODRAMMATICA' (PIEMME 189 PP 15,90 EURO) Una vita tra "mazzi di fiori e fischi": si racconta così Katia Ricciarelli, con sincerità e ironia, ricordando le vittorie e le sconfitte, nel suo libro "Da donna a donna. La mia vita melodrammatica", edito da Piemme. La stella della lirica sceglie di parlare a cuore aperto al pubblico, "ma con leggerezza, perché - dice all'ANSA - serve il sorriso sia per descrivere le tragedie che le cose positive", nella convinzione che sia proprio la vita "la ribalta più bella". Scritta con Marco Carrozzo, questa autobiografia (presentata nei giorni scorsi nel beauty concept di Marco Gentile a Roma) non poteva non partire proprio da ciò che l'artista conosce meglio, le celebri eroine della lirica di cui tante volte ha vestito i panni negli anni delle tournée teatrali: "La donna Katia si racconta attraverso altre donne", spiega, anche se "spero di essere diversa, perché queste eroine si sacrificano tutte per amore e alla fine muoiono sempre". E così corrono le pagine, da Violetta a Mimì, da Desdemona a Liù e Turandot ("ma la mia preferita è Tosca - racconta - perché è un'artista ed è piena di passione e carattere come me"), mescolando ricordi e un presente condiviso a tu per tu "con la cagnetta Dorothy Benjamin Parker, che porta il nome della moglie di Caruso". Come a dire che tutto nella sua vita non può prescindere dal canto: "non so cosa avrei fatto se non fossi diventata cantante: per me non è mai stato un lavoro", racconta, "ma il merito è di un angelo custode, in carne e ossa, che mi ha fatto studiare quando in casa non avevamo soldi". Il pensiero torna indietro a tanti anni fa, quando "un vicino di casa sentendomi cantare decise che mi avrebbe aiutato: senza di lui non avrei fatto nulla. Mi dispiace che sia morto prima del mio debutto". "Credo che ognuno abbia il proprio angelo, e che si debba sempre avere fiducia nel prossimo": è senza dubbio l'ottimismo uno dei tratti distintivi del suo carattere, un temperamento volitivo che a ogni caduta l'ha sempre fatta rialzare. Nulla è mai stato in grado di fermarla veramente: né le difficoltà avute da piccola ("eravamo povere, mia madre era sola con tre figlie, io non ho mai avuto un padre, ma lei è stata tutto per me", racconta), né i faticosi sacrifici per diventare una delle voci più amate della lirica internazionale, e neppure le sconfitte più dure, quelle legate alla sfera affettiva. Se non vuol parlare di Pippo Baudo, al suo fianco per tanti anni, e di un divorzio sofferto - perché la storia d'amore era diventata "una banale e povera convivenza forzata", scrive nel libro - non può fare a meno però di raccontare quello che non esita a definire "l'amore più importante della mia vita", la storia con il tenore José Carreras. "Tra di noi c'era una grande affinità di voce e tanta passione", dice sorridendo, "ci siamo dati anche qualche ceffone, una volta arrivò a tagliuzzare tutti i vestiti che avevo in valigia per non farmi uscire, tanto era geloso".
"Ma il nostro è stato un amore talmente travolgente che mi ha portato a lasciarlo dopo 13 anni", afferma con sincerità. Ora la nuova avventura del libro, un modo per raccontare la serenità di oggi, ma anche per mantenere un dialogo aperto con il pubblico, soprattutto con chi ha voglia di iniziare la sua stessa carriera: "voglio tramandare le mie esperienze per far capire che bisogna lottare e che non si finisce mai di studiare, neppure alla mia età".
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