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Ogm, falsi miti sul cibo 'contro natura'

Ogm, falsi miti sul cibo 'contro natura'

Libro-inchiesta contro la disinformazione alimentare

ROMA, 14 giugno 2015, 15:29

Anna Bigano

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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DARIO BRESSANINI - BEATRICE MAUTINO, 'CONTRO NATURA' (RIZZOLI, 306 pp., 17,50 euro)

Sapevate che da anni mangiamo (in perfetta sicurezza) pasta prodotta da grano bombardato da radiazioni? E che le carote in origine non erano affatto arancioni, ma viola? Siete sicuri che il Carnaroli che avete cucinato a cena sia davvero Carnaroli? Non serve l'Expo per rendere gli italiani consumatori attenti in fatto di cibo. Peccato che non sempre siano informati correttamente. Complici le leggi sovrane del marketing, su quello che finisce nelle nostre tavole circolano una quantità di bufale e falsi miti che ora un saggio-inchiesta tenta di smontare.

Scritto da Dario Bressanini, docente universitario di chimica e divulgatore scientifico, e da Beatrice Mautino, biotecnologa e giornalista, 'Contro natura' si concentra sul tema controverso degli Ogm, oggetto di un dibattito che li esalta o li demonizza, spesso senza spiegare perché.

Con precisione scientifica, linguaggio accessibile e taglio giornalistico, i due autori ci raccontano i risultati di un lungo lavoro d'indagine. Partendo da una considerazione ovvia, ma fondamentale: da quando è nata l'agricoltura, l'uomo "migliora geneticamente" le varietà di piante che coltiva. L'ha fatto prima selezionando quelle che, spuntate per caso, si dimostravano più nutrienti o resistenti, e poi sfruttando in maniera sempre più sofisticata le conoscenze della genetica: al punto che nessuna delle specie coltivate oggi, se riportata nell'ambiente selvatico, sopravvivrebbe una stagione.

Ma allora, si chiedono Bressanini e Mautino, "una pianta che non sopravvive da sola in natura è 'contro natura'?

Scopriamo dal loro saggio che l'Italia è un paese un po' ipocrita, perché proibisce gli Ogm ma permette che questi, importati dall'estero, siano utilizzati per l'alimentazione degli animali da cui ricaviamo i nostri amati prosciutti e formaggi d.o.p. e i.g.p.

Scopriamo anche che dietro i più conosciuti tipi di riso si nasconde un universo di varietà diverse, create dagli agronomi in un secolo di incroci. Oppure che il Creso, per anni re dei grani per la pasta, è ottenuto tramite un trattamento a raggi gamma del cobalto radioattivo (ma con la diffusione della celiachia non c'entra probabilmente nulla). E perché allora non è considerato Ogm? Colpa di una direttiva europea - spiegano gli autori - che non ha scelto di non applicare questa definizione agli organismi ottenuti, come il Creso, con mutagenesi: forse proprio per evitare che migliaia di piante già esistenti e coltivate si portassero addosso quello che i consumatori percepiscono ancora come un "marchio d'infamia".

Già, perché quasi nessuno comprerebbe un prodotto sulla cui confezione comparisse la scritta 'Ogm', visto che al supermercato siamo ancora allettati dai prodotti "tradizionali", "naturali", "biologici" o sedicenti tali. Eppure, la scienza dimostra che gli Ogm non sono rischiosi dal punto di vista alimentare e ambientale. Anzi, certe varietà di mele, dopo una "terapia genica" risultano ben più sane delle "cugine" bio, per le quali servono comunque decine di trattamenti antiparassitari.

E l'olio di girasole mutante, ottimo per le fritture, è pure migliore sotto il profilo nutrizionale. Con buona pace dei seguaci (esistono davvero!) della dieta del Paleolitico.
    

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