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De Giovanni e Malvaldi al Bar Sport

De Giovanni e Malvaldi al Bar Sport

Passioni napoletane e occhio scientifico inseguendo il pallone

ROMA, 03 maggio 2015, 13:44

Paolo Petroni

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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  MAURIZIO DE GIOVANNI, ''IL RESTO DELLA SETTIMANA'' (RIZZOLI, pp. 304 - 17,00 euro). - MARCO MALVALDI, ''LE REGOLE DEL GIOCO'' (RIZZOLI, pp. 188 - 18,00 euro).
    Il Bar Sport è uno dei luoghi topici dell'Italia non solo provinciale e ad esso e alla passione degli italiani per il calcio, tutti pronti a mettersi sempre al posto dei Mister, dedica il suo ultimo divertente e nostalgicamente appassionato romanzo Maurizio de Giovanni, che, abbandonate per una volta le storie del commissario Ricciardi, ritrae così un'umanità varia, diversissima eppure con un curioso minimo comun denominatore, tanto irrazionale quanto vissuto di cuore. Allo sport, il calcio soprattutto ma anche altre discipline, affrontato invece razionalmente per esplorarne le infinite possibilità, le occasioni, le statistiche e la psicologia dedica un libro Marco Malvaldi, che invece deve la sua fama di giallista proprio alla vita di un bar, il Bar Lume in Versilia, popolato di anziani irrequieti.
    Per scrivere storie poliziesche dei nostri giorni, più o meno noir, metropolitane o provinciali, si vede che una passione è necessaria e quella sportiva, con i suoi eccessi, le sue lunghe discussioni, le disamine di giocatori e di tattiche, evidentemente aiuta a crearsi una mente investigativa. E due investigazioni, diverse, alla fine ci narrano, con molto di personale dentro, i due scrittori e tifosi.
    Il Professore, protagonista del racconto di de Giovanni (nonostante tutto assai autobiografico, attorno a quella che chiama la Malattia, il tifo per gli azzurri del Napoli), vive nei vicoli della sua Napoli e, avendo deciso di scrivere un libro divulgativo e su un tema che possa far vendere, si piazza nel piccolissimo bar di Peppe, affollato dagli appassionati del suo panino salsiccia, friarielli e provola, occupando uno dei due tavolini per ascoltare, il resto della settimana, i discorsi sulla domenica, incontrare gente, portare avanti la sua ricerca.
    E questo gli permette di rievocare momenti di gloria e di batticuore, giocatori eccezionali, partite storiche, goal e vittorie audaci e spettacolari. Anche Malvaldi rievoca incontri importanti e altri meno, cui ha assistito personalmente, e nel libro compare così in prima persona, ai bordi del campo dell'Empoli che si confronta con l'Inter una ventina di anni fa come seduto su un divano a guardarsi le Olimpiadi, tutto osservando con partecipazione, ma anche col suo occhio di scienziato, di ricercatore chimico quale è all'università di Pisa, che cerca di capire cosa accada, al di là delle apparenze.
    Gli incontri del Professore, tra le cure del cameriere tuttofare Ciccillo e l'indifferenza della cassiera Deborah, orgogliosa della propria h, sono i più vari e ricostruiscono con ritmo e suspense una partita del 10 maggio 1987, che è servita a un padre per riallacciare i rapporti col figlio, o quella del ''9 novembre del magico 1986, quando il vento sarebbe cambiato una volta per tutte''. Le partite compaiono sempre come snodi della vita dei suoi personaggi, dei tifosi, di cui così sappiamo amori, disgrazie, problemi e sogni, oltre che (siamo a Napoli) i riti scaramantici legati alla discesa in campo della squadra del cuore. Le riflessioni di Malvaldi rievocano la partita, un'emozione, ma poi cercano di darci parametri razionali e, con l'analisi di una disfatta a pingpong dell'olimpionico Matthew Syed o di una gara di tuffi, bellissime sono, per esempio, le osservazioni sui rigori, partendo da quelli finali del Chelsea-Manchester United del 21 maggio 2008, ma poi andando sul generale. Si analizza chi li tira, dove li tira e perché, assieme parlando dei portieri, da che parte si buttano e come mai, citando anche seri studi universitari, da cui, per esempio, si evince che , ''dopo tre tiri a destra, in occasione del quarto rigore i portieri si buttavano a sinistra in più del 95% dei casi'' e che ''nessun portiere dà importanza al fatto che il 10% dei rigori viene tirato al centro'', coinvolgendo così il lettore in una serie di ragionamenti e scoperte, tra lo scientifico e lo sguardo ironico. Ma alla fine invita chi ha letto le sue pagine a non credere di sapere ormai tutto, avendo ''una conoscenza da bar'', con la speranza che ci abbia preso gusto, sia diventato curioso e voglia indagare, leggere e documentarsi lui stesso, appassionandosi alla scienza, perché ''fare scienza è da ganzi'' e chi la fa ''si diverte un casino. Come stesse giocando a pallone, e anche di più''.
   

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