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Hick, un solo Dio per l’umanità

Hick, un solo Dio per l’umanità

‘Osmosi reciproca’ fra religioni per una teologia moderna

ROMA, 01 febbraio 2015, 17:21

Marzia Apice

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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JOHN HICK, "Dio ha molti nomi" (Fazi Editore, pp.148, 17.50 Euro)

Esiste un Dio per tutti? In un'epoca in cui i germi del fanatismo religioso e dell'intolleranza fanno ancora paura e rappresentano un pericolo da non sottovalutare, la domanda non è certo di poco conto. A offrire un'intelligente e acuta riflessione sulla spinosa questione è John Hick nel saggio "Dio ha molti nomi", edito da Fazi, in cui il teologo inglese esprime una posizione destinata a far discutere. Se la globalizzazione ha modificato per sempre le nostre vite, essa ha cambiato anche la prospettiva religiosa: con i flussi migratori, nelle nostre città si trovano inevitabilmente fianco a fianco cristiani e musulmani, ebrei e buddhisti, indù e sikh. Partendo da questo semplice assunto, il ragionamento di Hick si allarga nella prospettiva inevitabile di un confronto fra popoli e culture, che vada oltre la "tolleranza del diverso" e che proponga una vera e propria unione fondata sulla comune esigenza di religiosità.

Del resto, spiega Hick, assistiamo al fenomeno della "osmosi reciproca" fra le religioni e all'affermarsi graduale della saggia convinzione che nessun credo debba prevalere sull'altro. In quest'ottica, è impossibile pensare che ogni religione resti chiusa nella propria torre d'avorio. Il progressivo decadere della volontà di convertire l'altro alla propria fede va di pari passo con il rafforzamento di una sorta di "spirito ecumenico" che, in nome della religiosità innata nell'uomo, tenda a superare ogni divisione recuperando i valori fondamentali più profondi. Lungi dall'essere "entità monolitiche", immobili e immutabili, le religioni si evolvono di pari passo con i tempi e sono destinate a influenzarsi l'una con l'altra. Ciò accade secondo Hick per due ragioni, "sia per l'attrazione esercitata dagli elementi che ciascuna giudicherà positivi nelle altre, sia in virtù di una tendenza centripeta a riunirsi per fronteggiare la secolarizzazione in aumento in tutto il mondo".

La tolleranza e l'inclusività auspicate da Hick si esprimono già con il linguaggio aperto, semplice e lontano dai dogmi che l'autore adotta nel libro: un invito alla comprensione e alla conoscenza, perché questi rappresentano i soli strumenti utili a superare pregiudizi e ideologie oscurantiste. Che si chiami Gesù o Maometto, Buddha o Krishna, esiste secondo Hick una sola realtà trascendente: ciò non significa, precisa l'autore, che si possa teorizzare una religione unica, ma che sia invece auspicabile prospettare una "teologia mondiale". Attraverso un ragionamento logico e di buon senso, e compiendo un sintetico ma esaustivo viaggio all'interno delle grandi religioni (con un approfondimento sulla visione cristianocentrica e sul contesto britannico), Hick sottolinea quanto sia inutile e improduttivo chiedersi quale sia la vera religione, perché tutti i credo offrono "differenti risposte umane all'unica Realtà divina".


    Occorre dunque una evoluzione del pensiero, attraverso la reinterpretazione dei testi sacri in chiave moderna e l'apertura verso l'altro: una rivoluzione che, se davvero si verificasse, sarebbe forse il più grande miracolo del XXI secolo.
   

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