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Andrea Zanfi scopre il Prosecco on the road

Le strade effervescenti del Nordest alla conquista del mondo

(di Marzia Apice) (ANSA) - ROMA, 30 GEN - ANDREA ZANFI, ''PROSECCO ON THE ROAD. ITALIAN SPARKLING WINE'' . Effervescenti, internazionali eppure profondamente italiane: sono le strade del prosecco, che dallo Stivale si irradiano di Paese in Paese riscuotendo ovunque un consenso enorme. E' naturale che sia così, perché in fondo il celeberrimo Italian sparkling wine è il vino più democratico, allegro, alla moda e fresco che ci sia, quello che non si parla addosso e che piace alla gente comune, che si beve in jeans e in abito da sera, quello che può accompagnarti in giro per il mondo: ne è convinto Andrea Zanfi, che proprio al tema del viaggio in relazione al prosecco dedica il volume: ''Prosecco on the road'' , un libro che è molto più di una guida, più che altro un ritratto delle mille sfaccettature - umane, culturali, naturalistiche - di questo amatissimo vino del nordest italiano. Impreziosito dagli scatti dei fotografi Daniela Neri, Stefano Masotto e Francesco Orini che hanno documentato la bellezza dei paesaggi tipici del prosecco, il libro racconta l'unicità di un vino che deve tutto all'amore di chi lo realizza, e alla eccezionalità delle terre che gli fanno da ''casa''.

Due regioni italiane (Veneto e Friuli) per ben 9 province definiscono il territorio in cui le famose bollicine prendono vita: un itinerario che Zanfi percorre con spirito leggero tra impressioni e appunti di viaggio, meravigliandosi di volta in volta a ogni incontro e a ogni sguardo che descriva ''l'idea'' del prosecco, prima ancora della sua realizzazione effettiva e della sua ''trasformazione'' in un brand di successo. La scoperta del Triveneto inizia da Trieste: mentre la bora sferza i passanti trascinando con sé echi mitteleuropei, l'autore ripercorre le primissime tracce del prosecco trovate in un documento della fine del 1300, quando cioè la città entrò sotto la protezione asburgica. Ad accoglierlo nella tappa successiva è Gorizia: bellissima e affascinante con il suo continuo mescolarsi di culture e con la memoria ancora viva della Grande Guerra, la città offre delizie per il palato con i mille sapori della sua cucina multietnica.

A Udine un buon bicchiere di vino è l'occasione per scoprire appassionanti e romantiche vicende di due amanti all'inizio del XVI secolo, mentre in città si combatteva la guerra detta della ''zabbia grassa''; a Pordenone la ricerca delle radici del prosecco fa imbattere Zanfi in una allegra festa degli alpini, tra bottiglie che si stappano una dopo l'altra. Il viaggio continua in una uggiosa Venezia, ormai ''senza più veneziani'': bevendo un prosecco all'Harry's Bar, l'autore si perde in fantasie di amori passati e di illustri avventori - da Toscanini a Chaplin, da Welles a Hemingway - che in un tempo passato si sono seduti come lui ai tavoli di quel mitico locale. Continuare a viaggiare è facile se con l'immaginazione ci si può trasformare in un uccello, per volare sopra le bellezze di Treviso, dove in nome della ''razza trevigiana'' così dedita al lavoro e al ''saper fare'' il prosecco è diventato un vino di successo. Dopo aver contemplato il Piave, la via del prosecco conduce Zanfi nelle terre attorno Belluno, fino al piccolo borgo rinascimentale di Feltre. Ma la strada ancora non è finita.

 Arrivare a Padova significa perdersi tra i banchi del mercato cittadino, e nella maestosità della Basilica di Sant'Antonio da Padova, fino ai tavolini del Caffè Pedrocchi, una volta denominato ''senza porte'' perché sempre aperto. Dopo aver ammirato le ville di Palladio e le acque del Brenta, è Vicenza infine a concludere questo tour on the road, che svela nel tessuto urbano le tracce del grande architetto del 1500. Difficile smettere di sfogliare le pagine perché, città dopo città, coltivazione dopo coltivazione, l'autore ha avuto il merito di dare un'anima al prosecco e ai luoghi di cui esso è figlio: tra aneddoti, sensazioni e reminiscenze storiche e letterarie, si rende omaggio a un vanto italiano, alla sua storia e a una tradizione che già abbraccia il futuro.(ANSA).
   

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