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Herzog incontra Gorbaciov ed è testamento

Herzog incontra Gorbaciov ed è testamento

In sala dal 19 al 22 il docu su ultimo leader Urss

ROMA, 11 gennaio 2020, 11:16

Francesco Gallo

ANSACheck

La locandina del film 'Herzog incontra Gorbaciov ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

La locandina del film  'Herzog incontra Gorbaciov ' - RIPRODUZIONE RISERVATA
La locandina del film 'Herzog incontra Gorbaciov ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

Nonostante 'Herzog incontra Gorbaciov' sia solo un documentario fatto di tutta una serie di interviste e materiali di repertorio, non manca di fascino perché quello che racconta è grande storia. Distribuito da Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection, in sala dal 19 al 22 gennaio, il documentario ha come protagonista l'88enne ultimo presidente dell'Unione sovietica e premio Nobel per la pace, Mikhail Gorbaciov.

È lui che racconta, senza mai annoiare e con la sua faccia da contadino, gli anni che rivoluzionarono il corso del Novecento, dalla firma degli accordi sul disarmo nucleare alla fine della Guerra fredda e al crollo dell'Urss. Insomma i momenti più importanti della sua vita politica (1985-1991) e privata in quello che può essere definito una sorta di suo testamento morale ed esistenziale. Realizzato dal regista Werner Herzog e dal regista e produttore André Singer, il film racconta Gorbaciov dall'infanzia contadina agli studi all'Università di Mosca, fino alla sua rapida ascesa nelle fila del Partito Comunista Sovietico. È un viaggio tra ricordi, materiali d'archivio in bianco e nero e testimonianze d'eccezione, dalla Thatcher a Reagan, per ripercorrere le tappe salienti della politica degli ultimi decenni.

"Incontrare Mikhail Gorbaciov tre volte, durante un periodo di sei mesi, è stata un'esperienza affascinante e illuminante - dice Herzog - . Ero ansioso non di fare una semplice biografia, ma di capire il personaggio che si nasconde dietro una figura così importante. Avevo davanti a me un uomo che ha cambiato il corso del ventesimo secolo e le cui azioni hanno trasformato il mondo in cui sono cresciuto; eppure, a Mosca, ho trovato una figura un po' tragica e solitaria, circondata da persone che lo incolpavano per la perdita dell'Unione Sovietica e per non aver adempiuto alle promesse della Perestrojka e della Glasnost'". "Le nostre conversazioni - continua il regista tedesco di 'Nosferatu' e 'Fitzcarraldo' - sono state sincere e di ampio respiro: dalla sua rabbia per la mancanza di progressi nella riduzione delle armi nucleari, che aveva iniziato con Ronald Reagan, alle tragedie personali come la perdita della sua amata moglie Raisa nel 1999. La sua intelligenza, il suo carisma e la sua risolutezza sono ancora acuti e illuminanti ed è stato un piacere poter incontrare un gigante così carismatico, un personaggio così significativo per il 20/o secolo". 
   

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