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Mario Martone nel Rione Sanità con il Sindaco di Eduardo

In sala, il dramma diventa film-evento con Di Leva

(ANSA) - ROMA, 28 SET - Per la prima volta Mario Martone affronta Eduardo De Filippo. E' Il Sindaco del Rione Sanità, in sala con Nexo come film evento il 30 settembre, 1 e 2 ottobre dopo il passaggio in concorso alla Mostra del cinema di Venezia.
    Il regista napoletano dimostra coraggio, perche' quest'opera teatrale dal forte impianto etico fece discutere gia' all'epoca della sua prima uscita nel 1960. Ma questa volta e' anche piu' coraggiosa, ambientata come e', nella contemporaneita'. Il problema e': puo' esistere davvero un personaggio rispettato dalla malavita come un boss (esattamente un capo rione della Camorra), ma con un animo gentile e con la voglia di cambiare il mondo? Il protagonista del film, basato sull'omonima commedia in tre atti scritta e interpretata all'epoca da un De Filippo ultra settantenne, Antonio Barracano, ovvero il "sindaco" del rione Sanita', nel film di Martone ha invece il volto di un tonico e palestrato quarantenne (Francesco Di Leva). Per il resto piena aderenza filologica da parte del regista del testo originale de 'Il Sindaco del Rione Sanita'' tranne nel finale in cui Martone preferisce una versione ancora piu' etica,si potrebbe dire cristologica. Che succede nella piece? Antonio Barracano, 'uomo d'onore' governa il quartiere a modo suo rispondendo a un proprio codice etico basato su una 'saggia' amministrazione della violenza.
    Il suo motto e': "proteggo l'ignoranza" convinto, come e', che questa e' la principale causa della violenza. Lui e' insomma un boss-giudice, rispettato che vive in una lussuosa villa con piscina insieme a moglie (Daniela Ioia), figli e Fabio Della Ragione (Roberto de Francesco), suo alter ego medico capace di ricucire qualsiasi criminale ferito.
    Ma Barracano, raddrizzatore di torti per eccellenza, detentore di un sapere antico, unico, incontestabile che lo rende sempre pronto ad agire senza alcuna remora un giorno riceve Rafiluccio Santaniello (Salvatore Presutto), figlio di un facoltoso fornaio, deciso a uccidere il padre Arturo (Massimiliano Gallo). Don Antonio, prima cerca di mettere pace, ma poi riconosce nel giovane quello stesso sentimento di vendetta che da ragazzo aveva cambiato per sempre la sua vita.
    Il Sindaco decide cosi' di intervenire per riconciliare padre e figlio e salvarli entrambi, ma la tragedia e' dietro l'angolo.
    "Con il Sindaco del Rione Sanita' - ha detto all'ANSA il regista - e' arrivata l'occasione giusta di confrontarmi con un autore imprescindibile per me e per tutti i napoletani, un riferimento inevitabile", qualcosa nel dna. Prima e' arrivato il teatro: Martone si e' immerso nel progetto sociale di Nest, un'ex palestra abbandonata di San Giovanni a Teduccio alla periferia di Napoli oggi avamposto contro il degrado sociale grazie ad un teatro da 100 posti, laboratorio guidato da Francesco Di Leva.
    Insieme hanno portato in tournee' Il Sindaco del Rione Sanita' da cui poi e' venuta - con l'autorizzazione di Luca De Filippo - l'idea del film al cinema con Di Leva, che anche sul grande schermo interpreta il caporione di camorra che deve gestire la pace sociale nel quartiere con ambiguo carisma.
    Ma l'abbraccio con Eduardo non e' finito: "a gennaio cominciamo le riprese di Qui Rido io", il film su Eduardo Scarpetta, interpretato da Toni Servillo, il padre dei De Filippo, Eduardo e Peppino. Nel cast con Di Leva gli ottimi Massimiliano Gallo e Roberto De Francesco. Nel film, prodotto da Indigo Film con Rai Cinema, la storia, con la musica rap del percussionista napoletano Ralph P, e' trasferita nella Napoli di oggi, dalle parti di Gomorra, "ma il testo di 60 anni fa continua e continuera' - dice Martone che l'ha adattato con Ippolita di Majo - ad essere universale perche' parla di rapporti familiari, di dovere, senso di colpa, potere ma soprattutto di una cosa...ossia l'importanza dell'assunzione delle responsabilita' individuali e non c'e' niente di piu' attuale". (ANSA).
   

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