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Aladdin tra un genio hip hop e una principessa forte

Versione live action con Smith tra divertimento e temi attuali

Un genio spassoso, ironico (i toni ricordano spesso il suo 'Principe' di Bel Air), con un tocco 'hip hop': è l'impronta che ha dato Will Smith allo spirito magico blu di Aladdin, nella nuova versione live action diretta da Guy Ritchie, con Mena Massoud, Naomi Scott, Marwan Kenzari e Navid Negahban in sala dal 22 maggio con Disney in 800 copie. La prova di Smith era una delle incognite più forti vista la performance vulcanica data al personaggio da Robin Williams, nel cartone animato del 1992, doppiata in maniera straordinaria in italiano da Gigi Proietti, che qui torna come voce del sultano (Negahban).

Ritchie trova una chiave per confrontarsi con il cartoon, spingendo l'acceleratore sui colori e sull'action e arricchendo, a tratti, il mondo favolistico, con i ritmi di Bollywood. Il film guarda anche alla realtà, grazie a una riscrittura del personaggio di Jasmine, che da principessa ribelle, è diventata una giovane donna forte che aspira a diventare guida del suo popolo nonostante le leggi lo vietino. Un'immagine moderna e particolarmente d'impatto, essendo una principessa mediorientale (per quanto la storia originale, 'Aladino e la lampada meravigliosa', tratta da Le Mille e una notte, sia ambientata in Cina). Una crescita rispecchiata anche da una delle due nuove canzoni scritte da Alan Menken (già coautore dei brani del cartoon, tra i quali 'Il mondo è mio' premiata con l'Oscar e 'Un amico come me' che tornano in questa versione) con Benj Pasek e Justin Paul per il film, l'intensa 'Speechless'. Nella versione italiana ha come potente interprete la finalista a X factor 2018 Naomi Rivieccio, voce per il nostro Paese dei brani cantati da Jasmine. "Vedo Jasmine come una persona forte e indipendente - ha spiegato Naomi Scott -. È una leader che vuole sentirsi legata alla gente del suo regno e comportarsi bene nei loro confronti. Non combatte solamente per le proprie decisioni, ma anche per migliorare la vita del prossimo". L'elemento favolistico della storia resta appieno (non manca l'intraprendente tappeto magico), seguendo le avventure del giovane ladro Aladdin (interpretato dall'egiziano cresciuto in Canada Massoud), che compie i suoi furti ad Agrabah insieme all'amica scimmietta Abu. Nel tentativo di conquistare Jasmine, figlia del sultano, il ragazzo si fa convincere dall'ambizioso Gran Visir Jafar (l'olandese di origini tunisine Kenzari, che rende il ruolo meno fumettistico e più inquieto) ad andare a recuperare all'interno di una caverna stregata una lampada magica, 'abitata' dal genio che cambierà ad Aladdin (e non solo) la vita con i suoi tre desideri.

Ritchie nella composizione del cast è stato attento al rispetto della diversità etnica e culturale dei personaggi, ma non sono mancate un po' di polemiche per la scelta nel ruolo di Jasmine della britannica Naomi Scott, nonostante l'attrice, talento emergente, abbia una mamma ugandese di origini indiane. Ritchie ha utilizzato anche molti consulenti per rendere in modo efficace le ambientazioni: "Fin da subito abbiamo preso la decisione di immergere questo mondo in una sorta di espressione della cultura mediorientale, che allo stesso tempo possedesse alcuni elementi dell'universo multiculturale contemporaneo", ha spiegato. "Le sfide che il singolo individuo deve affrontare sono le stesse per ogni etnia e cultura - ha aggiunto il regista con Entertainment Weekly - La domanda dovrebbe essere quanto siamo sensibili verso gli altri esseri umani?".

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