Quanto e' dura la vita dell'editor anche se ti chiami Max Perkins (Colin Firth) e hai scoperto autori del calibro di Francis Scott Fitzgerald ed Ernest Hemingway. E quanto e' ancora piu' dura se poi un bel giorno bussa alla tua porta un personaggio come Tom Wolfe (Jude Law), genio pieno di sregolatezza, ma anche bisogno di affetto.
In Genius di Michael Grandage, passato a Berlino, alla Festa di Roma nella selezione ufficiale, e in sala dal 9 novembre con Eagle Pictures, si racconta appunto il difficile mestiere di Perkins, famoso editor della casa editrice Scribner's Sons. Un uomo onesto e bravo che fa il lavoro piu' difficile del mondo, quello di imporre, suggerendo, come cambiare un manoscritto per renderlo piu' appetibile al pubblico, al mercato. Ma il 2 gennaio 1929 si presenta alla sua porta Thomas Wolfe, con un manoscritto 'monstre' di un migliaio di pagine intitolato "O Lost". Perkins ne e' conquistato. Lo legge tutto d'un fiato, capisce subito di aver scoperto un autore che e' un vero genio, ma si trovera' di fronte, alla fine, una persona non facile da gestire che portera' nella sua vita borghese un inedito spirito di ribellione.
Basato sulla biografia di Andrew Scott Berg (edita in Italia da Elliot) 'Max Perkins. Editor of Genius', il film racconta di questo difficile e morboso rapporto tra un uomo come Perkins che non si toglieva il cappello neppure a tavola e uno scrittore, come Wolfe, che tendeva a relazionarsi con gli altri nella misura della sua creativita' e immaginazione. Tra i temi forti di Genius, l'interrogativo: quanto un editor puo' cambiare un capolavoro, snaturarlo, anche per la sola voglia di imporre una sua creativita' repressa? Nel cast del film anche Nicole Kidman, Laura Linney, Guy Pearce nel ruolo di Francis Scott Fitzgerald, e Dominic West in quello di Ernest Hemingway.
"Mi sono trovato a leggere una sceneggiatura su qualcosa che avevo fatto per vent'anni - spiega Grandage, grande regista teatrale, qui al debutto nel cinema, nato nello Yorkshire nel 1962 -, ma non ero mai stato in grado di spiegare.
Credo che il ruolo di un editore sia simile a quello del regista, che deve prendere questo straordinario talento grezzo e aprirlo fino a ottenerne la fiducia, aiutandolo a dare il meglio. quello che faccio con gli attori. In un certo senso poi il fatto di aver scelto Jude Law e' stata per me un'occasione per portare qualcosa di mio in questo progetto. Trovare qualcuno che avesse la passione che avevo io per Wolfe - conclude il regista - e' stato un grande momento per me".
Frase cult del film quella che Wolfe dice a Perkins che gli impone sempre piu' tagli al suo manoscritto: "Se fosse per te Tolstoj avrebbe scritto solo Guerra senza pace".
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