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Gabriele Muccino, un film su paura d'amare

Gabriele Muccino, un film su paura d'amare

In sala 'Padri e figlie' in 400 copie

ROMA, 06 ottobre 2015, 12:33

Francesco Gallo

ANSACheck

locandina padri e figlie gabriele muccino - RIPRODUZIONE RISERVATA

locandina padri e figlie gabriele muccino - RIPRODUZIONE RISERVATA
locandina padri e figlie gabriele muccino - RIPRODUZIONE RISERVATA

   ''Il mio film più completo su vita, amore, paura di amare, caducità delle cose e che racconta anche il significato dell'infanzia. La causa e l'effetto di quello che accade nei primi sei anni di vita e che determinerà le nostre attitudini''. Descrive così Gabriele Muccino il suo film Padri e figlie, in sala in 400 copie dal 1 ottobre con 01. In scena la storia di un padre scrittore già premio Pulitzer, Jake Davis (Russell Crowe), che si trova a gestire con difficoltà una bambina di sei anni Katie (una Kylie Rogers da Oscar, RPT una Kylie Rogers da Oscar) dopo la morte della moglie.
    Il fatto è che Jake (RPT Jake), dopo l'incidente d'auto in cui è morta la moglie, si ritrova ad avere i sintomi di un serio disturbo mentale ed è anche in crisi creativa. Ventisette anni dopo, Katie (Amanda Seyfried)(rpt Amanda Seyfried) è una ragazza che vive a New York, da anni lontana dal padre, che combatte i demoni di un'infanzia tormentata e la sua incapacità di abbandonarsi ad una storia d'amore. La ragazza ha solo incontri occasionali di sesso e non riesce ad abbandonarsi a una vera storia d'amore per paura di quell'abbandono che ha già vissuto con la morte della madre e poi dell'amato padre.
    Il film, il quarto americano di Muccino - Dopo La ricerca della felicità, Sette anime e Quello che so sull'amore - è basato su una sceneggiatura di Brad Desch. Nel cast anche: Aaron Paul, Kylie Rogers, Quvenzhané Wallis, Janet McTeer, Octavia Spencer, Jane Fonda, Bruce Greenwood e Michelle Veintimilla.
    Sulla frase del film detta da Davis ''chissà chi ha inventato scarafaggi e critici?'' replica un rilassato Muccino: ''a un'artista, come me, tocca mettersi in pubblica piazza. Si sente l'urgenza di raccontare se stesso sapendo che ci si esporrà al dissenso o all'invisibilità. Comunque - ci tiene a dire - era una frase che era nel copione''. Stesso discorso per un'altra frase del film ''United States of Money'' detta sempre dal protagonista: ''l'America è proprio così. Sono tutti licenziabili, intercambiabili e sono tutti molto soli. E' una società individualista con una grandissima nevrosi e un grande uso di psicofarmaci. Il livello di felicità è insomma particolarmente basso rispetto a noi. Tutto è centrato sulla carriera e sul denaro e ci si dimentica dei momenti migliori, quelli della quotidianità e della convivialità''. Russell Crowe, continua Muccino, ''è un gigante che mette anche paura. Dice solo quattro parole sussurrate in un angolo e controlla se tutto è a posto. Mi sono sentito osservato come un insetto al microscopio per qualche giorno e solo quando ha capito che potevo dirigere la nave si è sbloccato''.
    Per la straordinaria attrice bambina (Kylie Rogers, RPT Kylie Rogers) solo elogi: ''è davvero un prodigio. E poi i bambini si portano addosso le scene di dolore anche quando hanno finito di girare, anche il giorno dopo''. Quanto al fatto che Padri e figlie non sia approdato a nessun festival:''non sono decisioni che prende il regista, ma i produttori'', spiega Muccino.
    Da Hollywood, aggiunge, ''sono stato viziatissimo specie con i primi due film con Willy Smith che mi ha come protetto. Ma Hollywood non è così. Oggi i registi sono licenziabili, ti controllano il girato. Insomma chi fa il mio lavoro ha ormai pochi spazi di manovra. Loro vogliono lavorare sul sicuro, fare i film in cui ci sono di mezzo i giocattoli, come quelli Marvel, e i lavori drammatici sono così sempre meno''. Nel futuro del regista 'Paura di volare 'tratto dal romanzo di Erica Jong e L'estate addosso (Summertime) da girare in Italia, film sulla generazione dei diciottenni di oggi in viaggio on the road in America.
    Per questo film dedicato ai tre figli (Silvio Leonardo, Ilan e Penelope) anche una sequenza autobiografica. ''Quando Kate chiede al padre preoccupata quando morirà è una cosa che è successa a me con mia figlia. Che cosa si può dire in questi casi: che si camperà altri mille anni. Non si può fare altro''.
    Sullo stile di questo film drammatico, ma non senza poesia, quasi una firma di certa sua produzione dice infine Muccino con onestà:''Sono un regista popolare. Amo la sala piena, amo il pubblico che si commuove. E poi quando faccio un film per me diventa come una sessione di analisi che scoglie le cose irrisolte che porto dentro di me''.
   

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