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Riapre il MAC- Museo di Arte Contemporanea Dino Formaggio di Teolo

Riapre il MAC- Museo di Arte Contemporanea Dino Formaggio di Teolo

Allestimento a cura dell’artista Raffaella Surian e Stefano Annibaletto

29 giugno 2015, 13:36

Redazione ANSA

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Un 'opera di Tito Gasparini esposta al Mac - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un 'opera di Tito Gasparini esposta al Mac - RIPRODUZIONE RISERVATA
Un 'opera di Tito Gasparini esposta al Mac - RIPRODUZIONE RISERVATA

Riapre il “MAC- Museo di Arte Contemporanea Dino Formaggio” di Teolo (PD) con una selezione di novanta opere tra le oltre duecento donate a Dino Formaggio dagli amici artisti e che verranno ciclicamente esposte in modo da darne visibilità completa. Tra gli artisti esposti Fiorenzo Tomea, Renato Birolli, Aligi Sassu, Italo Valenti, Tito Gasparini, Attilio Rossi, Romano Rui, Vilim Svecnjak, Antonio Morato, Alberto Biasi, Tono Zancanaro. Sono stati presi contatti anche con altri musei di arte contemporanea italiani per il progetto “Un’opera per Dino”, che punta al costante rinnovamento delle esposizioni.

Dopo gli interventi di riqualificazione del Palazzetto dei Vicari e una rivisitazione dell’allestimento degli spazi museali riapre a Teolo (PD), sabato 27 giugno 2015, il ‘MAC’, Museo di Arte Contemporanea “Dino Formaggio”. Sarà così possibile visitare la prima rassegna delle opere donate dagli amici artisti al filosofo, il cui centenario della nascita è stato celebrato nel 2014 con una originale mostra delle sue opere, fino a quel momento mai esposte.

La riapertura al pubblico è stata possibile grazie all’impegno dell’Amministrazione comunale di Teolo e al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, della Regione del Veneto, di ETRA e Fidia. Inizia così un nuovo corso per questo prestigioso spazio culturale che si inserisce a pieno titolo tra le offerte d’eccellenza del territorio collinare euganeo.

Il nuovo allestimento, che ordina le opere secondo un percorso inedito, parla di Formaggio teorico e critico d'arte e degli artisti incontrati durante la sua vita, con cui spesso creò legami di stima e collaborazione mantenuti nel corso degli anni. Il museo attualmente espone una selezione di novanta opere tra le oltre duecento che costituiscono la collezione di Dino Formaggio e che verranno ciclicamente esposte in modo da darne visibilità completa. L’allestimento è a cura dell’artista Raffaella Surian e di Stefano Annibaletto con la supervisione di Sergio Giorato, direttore artistico del Museo e di Daniele Formaggio, garante del MAC.

Si parte dalla fine degli anni ’30 in cui Dino Formaggio, allora studente universitario a Milano sotto la guida di Antonio Banfi, entra in contatto con il diffuso fermento artistico e intellettuale che porta alla nascita di Corrente, un movimento mosso dall’idea di un’arte legata alla vita e alla realtà di una nazione alle porte della guerra. Formaggio si lega di amicizia ad alcuni degli artisti più vicini al movimento: Fiorenzo Tomea, che gli insegna la tecnica dell’affresco, Renato Birolli, Aligi Sassu, Italo Valenti. Questi legami, qui testimoniati da alcune opere di particolare interesse come il ritratto parigino a tecnica mista di Birolli, il grande paesaggio ad olio di Tomea, il maturo collage di Valenti, continuano nei decenni seguenti, quando Formaggio si afferma come brillante docente universitario e critico d’arte, e ad essi se ne aggiungono altri, come quello con Tito Gasparini, che Formaggio conobbe nei primi anni ’60 all’inizio della sua attività a Pavia, le cui opere costituirono la prima donazione al Museo di Teolo.

Il trasferimento a Teolo, sui colli Euganei, nel 1963 in occasione della chiamata alla cattedra di estetica presso l’Università di Padova, mette in contatto Dino Formaggio con gli artisti operanti sul territorio. È il caso di Antonio Morato, pittore sensibile da sempre attento alle innovazioni della pittura europea, proprio per questo già nel 1939 invitato da Renato Birolli alla seconda mostra di Corrente; di Alberto Biasi, che dal 1959 con gli altri artisti del Gruppo N avvia una fondamentale avventura nell’arte ottico-cinetica europea; di Tono Zancanaro, maestro di un realismo spesso lirico, espresso con la china e l’acquaforte.

L’idea di un museo in continuo rinnovamento è testimoniata dal progetto “Un’opera per Dino”, che punta al costante rinnovamento delle esposizioni. Sono infatti stati presi contatti con altri musei di arte contemporanea italiani per prestiti temporanei di opere provenienti dalle loro collezioni per arricchire ulteriormente il Museo. Il primo artista che ha aderito al progetto è il fotografo Mario Lasalandra, uno degli autori più innovativi e geniali della fotografia contemporanea.

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