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Corri ragazzo corri, la fuga nei boschi del piccolo Jurek

Corri ragazzo corri, la fuga nei boschi del piccolo Jurek

27 gennaio 2015, 12:42

Redazione ANSA

ANSACheck

Corii ragazzo corri - la locandina - RIPRODUZIONE RISERVATA

Corii ragazzo corri - la  locandina - RIPRODUZIONE RISERVATA
Corii ragazzo corri - la locandina - RIPRODUZIONE RISERVATA

  Due i film in uscita proprio nella ricorrenza del Giorno della memoria. Si tratta di ''Corri ragazzo corri" di Pepe Danquart, tratto dall'omonimo romanzo di Uri Orlev - in Italia pubblicato da Salani -  e ispirato alla vera storia di Yoram Fridman e  il film di Vanessa Lapa, "L'Uomo per bene. Le lettere segrete di Heinrich Himmler".

     Jurek ha circa nove anni quando fugge dal ghetto di Varsavia. Costretto a separarsi dai fratelli e dai genitori per salvarsi dai nazisti, vivrà i durissimi tre anni che lo separano dalla fine della guerra nei boschi e nei villaggi vicino alla capitale. Imparerà a dormire sugli alberi e a cacciare per nutrirsi. Sopravvivrà ai gelidi inverni chiedendo ospitalità, contraccambiandola con manodopera. In questo duro viaggio, Jurek incontrerà persone che lo aiuteranno ed altre che lo tradiranno ma non perderà mai la forza per andare avanti…

   ''Sono stato a lungo in cerca di materiale che fosse emotivamente potente e ricco di significato storico - scrive il regista Pepe Danquart - da far battere il cuore solo leggendo la sceneggiatura; che fosse una storia straordinaria e commovente, storicamente accurata, raccontata da un punto di vista inedito. Un film meritevole di qualsiasi sforzo e di qualsiasi rischio da correre. Un film che sarebbe rimasto nella memoria collettiva del pubblico, anche dopo 20 anni''. Il punto di vista del libro non solo rende la storia di Jurek così speciale, ma eleva a documento storico questo racconto, analogamente al diario di Anne Frank o a Essere senza destino di Imre Kertesz.
   ''Per quanto riguarda la dinamica delle vicende, la trama ha un taglio avventuroso e complementare al conflitto interiore del ragazzo, il quale, per poter sopravvivere, deve respingere la propria identità ebraica e fare propria un'esistenza inventata come orfano cattolico polacco. Durante la sua lotta per la sopravvivenza, dimentica i suoi fratelli, perfino il viso di sua madre, e trova conforto e sicurezza nella generosa ospitalità di famiglie contadine cattoliche. Questa profonda crisi di identità sfocia in un altro momento forte alla fine del film, con una scena che, credo, contenga qualcosa di mai mostrato in modo tanto commovente. Entrambe queste linee narrative – le avventure nella foresta e nei villaggi, e la graduale perdita della propria identità – emergono con forza fin dall'inizio. Una delle grandi sfide per la realizzazione di questo film voleva essere quella di rendere giustizia a tutti e due gli aspetti in egual modo''.

   

 

E' invece un viaggio nel mondo privato e nell personalita' malata di uno dei piu' crudeli uomini del Nazismo il film di Vanessa Lapa, "L'Uomo per bene. Le lettere segrete di Heinrich Himmler": attraverso materiale d'archivio - fotografie, documenti e diari recuperati il 6 maggio del 1945 dai soldati dell'armata americana durante l'occupazione della casa di famiglia degli Himmler a Gmund - l'opera rivela ideali e pensieri del comandante delle SS, seguendo il filo delle sue lettere.     Ancora cinema ma unito all'arte nella doppia iniziativa "Da Caligari a Hitler. Il cinema nella Repubblica di Weimar", in programma a Milano nello Spazio Oberdan dal 13 gennaio al 16 febbraio: quasi 20 titoli (tra cui in anteprima italiana il documentario di Rudiger Suchsland che le da' il titolo) per la rassegna cinematografica dedicata agli anni della Repubblica di Weimar (1918-1933) e una selezione di immagini nella mostra fotografica relativa all'espressionismo in voga in quel periodo.

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