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Francesco De Carlo, in tv 'arrostisco' i vizi degli italiani

Francesco De Carlo, in tv 'arrostisco' i vizi degli italiani

Su Comedy Central al via dal 22/12 The roast of Italy

ROMA, 21 dicembre 2020, 10:02

di Daniela Giammusso

ANSACheck

Francesco De Carlo - RIPRODUZIONE RISERVATA

Francesco De Carlo - RIPRODUZIONE RISERVATA
Francesco De Carlo - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Cosa deve fare un comico che scrive monologhi? Vivere la vita. Beh, durante il lockdown, chiuso in casa, sono riuscito a scrivere solo due battute e pure brutte. La prima, che il portavoce del Governo per essere in tema avrebbe dovuto cambiare cognome in Rocco Casalingo. La seconda, che visto che tutti parlavano di mascherine, finalmente le mascherine erano sulla bocca di tutti. Le ho rilette e ho pensato: ecco, sono finito". Fiume in piena, a raccontarsi è Francesco De Carlo, comico già nel cast fisso di Comedy Central News e poi sul palco di Stand Up Comedy, che ora debutta come mattatore di The Roast of Italy, il nuovo programma "observational" di Comedy Central (canale Sky 128 e in streaming su Now Tv) per raccontare di che pasta sono fatti l'Italia e gli italiani, al via il 22 dicembre, ogni martedì alle 22. Discendente dal The Roast statunitense (che nel tempo ha visto "arrostiti" personaggi come Donald Trump, Bruce Willis, Justin Bieber o Alec Baldwin), la versione nostrana è in realtà figlia di quella spagnola e cercherà di infiltrarsi tra i vizi e difetti degli italiani, con un tema per ognuna delle nove puntate previste. Chiave di volta, l'osservazione diretta e attenta della realtà. "Un comico deve uscire dalla propria comfort zone, mettersi scomodo", prosegue De Carlo, classe 1979, romano, che oggi si esibisce in più di 15 Paesi nel mondo, ma con un passato anche da addetto stampa al Parlamento Europeo. "The roast - spiega - è quello che accade anche alle feste di compleanno, quando il festeggiato viene messo un po' alla berlina dagli invitati. Vivendo a lungo all'estero mi sono reso conto di essere molto più italiano di quel che pensassi". Via dunque a mettere in discussione ogni aspetto della sua vita: pigrizia, maleducazione, rassegnazione politica. De Carlo si è letteralmente immerso nelle situazioni per lui più "scomode". A partire, nella prima puntata, dai bambini. "I miei amici hanno tutti i figli - spiega - Si esce sempre con i bambini e per chi non li ha è complicatissimo. In Inghilterra nei ristoranti sono benvenuti solo fino alle otto di sera. Poi si fa vita da adulti. Tornato in Italia li trovo ovunque. Non puoi fare due chiacchiere, che ti dicono di abbassare i toni perché c'è Michelino che si agita. La colpa non è del bambino, ma del padre: ti pare che entri in un ristorante con una moto sega elettrica? Dagli il tablet così risolviamo il problema". Per un'intera giornata De Carlo si è dunque trasformato nel babysitter di Jeremy e Jamal, 4 e 6 anni. "Ancora non mi sono ripreso - dice stremato - E' successo di tutto. Devi avere mille occhi e alla fine capisco un po' di più chi ha figli. Vi devono dare una medaglia: è difficilissimo. Oggi guardo ai miei amici e pure ai miei genitori con un po' più di stima". Ma per The Roast De Carlo si è trasformato anche in sindaco per un giorno, per misurare il suo talento di populista; ha tentato di migliorare le buone maniere vivendo tra le tenute di un nobile; ed esplorato il mondo del sesso, dirigendo "un porno in cui i protagonisti si eccitano solo se recitano Ionesco o Il capitale di Marx". E poi, la puntata di cui va più orgoglioso, con un workshop di comicità dentro una comunità di ex tossicodipendenti. "Questi ragazzi dopo un mese hanno tirato fuori veri monologhi - dice - Loro si sono divertiti. Io ho capito molto di più di un tema che in Italia è trattato con grandi pregiudizi". La prima puntata di The Roast of Italy andrà in onda in simulcast sugli account Facebook e YouTube di Comedy Central. Al programma è collegato anche lo short form in esclusiva per i social The Roast of Italy presents Francesco De Carlo Live: otto clip - ogni venerdì alle 21 - tratte dal suo ultimo spettacolo dal vivo, registrato prima del Covid.

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