Notte di paura per il coreografo di tante stelle del pop mondiale, Luca Tommassini, che è stato vittima di un tentativo di furto con scasso nella sua casa di Trastevere a Roma e si è ritrovato a ingaggiare alle 23 di ieri, allo scattare del coprifuoco, una lotta con un gruppo di rapinatori prima sulla porta di casa e poi sull'ingresso del condomino. Dopo essere fuggito per le scale - secondo quanto raccontato da lui stesso all'ANSA -, è stato immobilizzato da altri due che gli hanno puntato la pistola in faccia e alla gola: "Avevano un borsone - racconta - accette, picconi, e non so che altro, mi spingevano, strattonavano".
Ma come è iniziato? "Ero solo ed ero appena rientrato da Torino e sono andato a stendermi in camera. Ero un po' stanco, guardavo la tv, quando ho sentito dei rumori provenire dalla portafinestra del terrazzo che è blindata. Abito all'ultimo piano, su due livelli. A un certo punto suona il campanello di casa e si sente una voce che urla con tono perentorio: 'polizia, aprite, polizia urgente!'. Chiedo cosa succede? Rispondono di aprire. Io apro di poco l'uscio di traverso ma loro spingono con forza in avanti. Chiedo: 'chi siete? Avevano - prosegue il racconto di Tommassini - un foglio con scritto polizia e una pettorina chiaramente 'farlocca' con la stessa scritta. Lì capisco il bluff e faccio in tempo a mandare un messaggio tramite il telefono ad un paio di assistenti, chiedendo di avvertite loro la polizia".
Lì comincia la colluttazione con i rapinatori. "Comincia la lotta, non so con quale forza riesco a richiudere dopo alcuni minuti - spiega il coreografo -. Faccio partire l'allarme, sento di nuovo le picconate sul tetto e sulla porta finestra del terrazzo blindata che stava andando in frantumi. A quel punto mi faccio forza, perchè sento questi che urlano... credo di averli messi in fuga, con il telefono mi precipito per le scale urlando, sento i vicini che a loro volta senza aprire chiamano, Luca, Luca".
All'arrivo sull'ingresso, gli si parano davanti due rapinatori. "Mi puntano la pistola in faccia, li supplico di non uccidermi - racconta ancora -. Poi mi puntano l'arma alla gola... vedo questa borsa nella quale c'era un armamentario strano, mi sembravano cose antiche è l'impressione, ero sconvolto, non capivo nulla. Poi sono arrivate le volanti della polizia, ma sono stato tanto tempo in balia di questi folli".
Tutta la conversazione è avvenuta attraverso il telefono di una collaboratrice di Tommassini, a lui il cellulare è stato rubato ieri, insieme alle chiavi di casa e a quelle dell'allarme. Un vicino di casa, secondo i racconto del coreografo, è tra quelli che hanno chiamato la polizia perché ha visto i ladri in azione sul tetto. I rapinatori sono poi fuggiti all'arrivo delle volanti e le immagini delle telecamere sono state acquisite dalla polizia per essere visionate.
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