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Gassman, un gigante pieno di malinconia

Gassman, un gigante pieno di malinconia

Domenica 13/1 su Sky Arte il documentario di Fabrizio Corallo

ROMA, 11 gennaio 2019, 20:18

Francesco Gallo

ANSACheck

SONO GASSMAN! IN ONDA SU SKY ARTE - RIPRODUZIONE RISERVATA

SONO GASSMAN! IN ONDA SU SKY ARTE - RIPRODUZIONE RISERVATA
SONO GASSMAN! IN ONDA SU SKY ARTE - RIPRODUZIONE RISERVATA

Vittorio Gassman era un gigante pieno di malinconia, un timido esuberante come è per molti introversi. Per conoscere meglio la sua figura di artista eclettico, mattatore e fragile, padre assente e presente, arriva il documentario di Fabrizio Corallo, 'Sono Gassman! Vittorio, re della commedia' che, dopo l'anteprima alla Festa del Cinema di Roma, va in onda domenica 13 gennaio alle 21.15 su Sky Arte. La grandezza del materiale raccolto e delle testimonianze, oltre che stralci di interviste all'attore morto nel 2000, fanno giustizia alla sua vita artistica e indirettamente alla vera e autentica 'commedia all'italiana' che resta un momento felice e insuperabile del nostro cinema.

"Quando i produttori Adriano De Micheli e Massimo Vigliar mi hanno chiesto di realizzare un suo ritratto filmato - ha spiegato Fabrizio Corallo - sono stato ovviamente lusingato, ma anche consapevole di dover provare a raccontarlo non solo con la sconfinata ammirazione di spettatore incantato, ma anche cercando senza eccessive enfasi e seriosità la misura e il disincanto che lui avrebbe desiderato. Ho tentato così di privilegiare tra le tante ipotesi di racconto soprattutto quella di una doppia metamorfosi di cui Vittorio è stato protagonista nel tempo. La prima, quella che a partire dal film di Monicelli 'I soliti ignoti' lo ha trasformato alla fine degli anni '50 da acclamato interprete teatrale e di film drammatici - da lui giudicati quasi sempre "'dimenticabili' - in uno dei più amati attori brillanti del nostro cinema grazie alla straordinaria stagione della cosiddetta 'commedia all'italiana. La seconda è stata quella che lo ha portato a rivelare col tempo, soprattutto nei suoi ultimi anni di vita, la sua vera natura di persona introversa e ipersensibile, spesso preda di impensabili vulnerabilità". E proprio questa parte è quella che nel documentario di Corallo fa la differenza. E questo anche attraverso le parole di Monicelli che descrive Gassman "discreto e fragile" e di Fanny Ardant che ne parla come di "un grande timido che si nascondeva".

Scorrono sullo schermo le immagini della moglie, Diletta D'Andrea, dei figli Alessandro, Paola, Vittoria e Jacopo e di Emanuele Salce, cresciuto con sua madre Diletta e con Vittorio e da lui considerato un figlio a tutti gli effetti. E questo accanto a brani di film celebri e filmati di Teche Rai - Cinecittà Luce e Mediaset. Ci sono poi le interviste d'archivio a Gassman, Dino Risi, Mario Monicelli ed Ettore Scola. E ancora i contributi di Stefania Sandrelli, Gigi Proietti, Jean-Louis Trintignant, Giancarlo Giannini e Giovanna Ralli, Carlo Verdone, Paolo Virzì, Paola Cortellesi, Diego Abatantuono, Massimo Ghini, Marco Risi, Ricky Tognazzi e di osservatori del costume nazionale come Renzo Arbore, Maurizio Costanzo e Valerio Caprara. Tra le cose che rivela il documentario, la volontà scherzosa di Vittorio Gassman di essere, post mortem, impagliato e posto all'ingresso di casa e, infine, la sua lapide in cui si legge davvero un monito non solo attoriale: "Non fu mai impallato".

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