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Greco, al Tg4 per raccontare storie non la piazza

'Io chiamato per fermare populismo? Giornalismo serve ad altro'

 Retequattro cambia pelle e si lancia nel mondo dell'informazione, connotandosi in diverse fasce orarie come l'anti La7. A partire dall'access prime time che vedrà Barbara Palombelli sfidare Lilli Gruber, ma anche in prima serata con i programmi di approfondimento del lunedì Quarta Repubblica con Nicola Porro e quello del giovedì Viva L'Italia condotto da Gerardo Greco, al via il 13 settembre. Chiamato a guidare il cambiamento lo stesso Greco, una vita in Rai ma ormai da tempo in contatto con Mediaset. Ha sentito Silvio Berlusconi? "Certo che l'ho sentito. Mi ha detto: vieni, braccia aperte..." Per diversi critici il suo arrivo è stato dettato dalla necessità di bloccare l'ondata populista che sarebbe stata ingigantita dalla vecchia linea editoriale dalla rete...
"Io sono dell'idea che il linguaggio comunicativo sia frutto del proprio tempo: anni fa c'era Santoro con Samarcanda, poi c'è stato Del Debbio. Ora c'è stato un rivolgimento di fronte.
Salvini e Di Maio sono al governo. Io non sono dell'idea che col giornalismo si possano fermare le ondate populiste. Sono giornalista e basta, cerco di spiegare i fatti dando visioni differenti. Ho fatto per cinque anni due ore di trasmissione al mattino e per me parlano quelle. Non cerco la piazza, preferisco partire dalle storie. Se le folle urlanti ci sono ne daremo conto, ma certo non possiamo crearle".
Come cambierà il Tg4? "Sarà un tg molto legato alla cronaca, ma parlerà anche di politica, partendo dai fatti. Avrà una vena molto narrativa per tentare di occupare uno spazio che non c'è. L'edizione diurna il 10 settembre passerà dalle 11.30 alle 12, mentre quella serale andrà in onda sempre alle 18.55. Quando avremo messo a punto il restyling e la parte grafica sarà rinnovata con uno studio modernizzato, da quel momento ci sarò anche io in una sorta di precondizione per raccontare la giornata. A che pubblico puntate? "Intanto dobbiamo cercare di mantenere il pubblico tradizionale di Retequattro che è molto simile a quello di Rai1, poi cercheremo di allargarlo, richiamando anche il pubblico di Rai3 e di La7. Un pubblico che vuole capire, cercando di fornire una visione del mondo". E' arrivato il 10 agosto al Tg4 e il 14 c'è stato il crollo del ponte di Genova....
"E' stato il tragico battesimo del fuoco. Con un grande sforzo aziendale siamo riusciti ad arrivare primi a Genova sul belvedere e da lì siamo andati in onda. E' stata un po' la prova generale del nuovo tg che punta a capire il mondo e a incidere nel dibattito in Italia su chi siamo e che cosa vogliamo". Cosa pensa della nuova Rai targata Lega-5 Stelle? "La Rai ha fornito per anni il grande racconto del paese, ora quel ruolo è un po' appannato e forse il testimone può passare nel racconto ad altre realtà televisive. Quella di Retequattro è una operazione editoriale importante, che vuole raccogliere la grande tradizione narrativa del paese. Era tempo che Mediaset voleva farla e ora ci siamo riusciti". A questo punto, come dice Urbano Cairo, è dunque anacronistico che il canone vada tutto alla Rai? "Sicuramente ci sarà un riposizionamento delle televisioni ed è difficile dire che alcune trasmissioni non siano di servizio pubblico".

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