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Versace la serie, dalla sieropositività alla morte

Su Fox stagione-evento. Ramirez (Gianni), era un rivoluzionario

E' uno degli eventi televisivi dell'anno. The Assassination of Gianni Versace, seconda stagione di American Crime Story, arriva in Italia il 19 gennaio, su Fox Crime, e racconta la tragica morte dello stilista italiano, il 15 luglio del 1997, sui gradini della sua villa di Miami, ucciso da Andrew Cunanan, trovato a sua volta morto, alcuni giorni dopo, su una piattaforma galleggiante della baia di Miami.

Il cast è garanzia di qualità: Gianni Versace è interpretato da Edgar Ramirez, il fidanzato Antonio D'Amico ha il volto del popolare cantante latin-pop Ricky Martin, la sorella Donatella è interpretata da Penelope Cruz. "Viviamo in un mondo che, esteticamente, è stato creato da Gianni Versace - dice Edgar Ramirez - La sua estetica è quella del mondo di oggi, Versace combinò sessualità, glamour e opulenza come nessuno aveva mai fatto prima. Era un rivoluzionario".

La stagione, realizzata da Ryan Murphy, l'autore del successo dello scorso anno People Vs. OJ Simpson, promette anche questa volta di far parlare di sé. Non solo perché si tratta di raccontare uno dei personaggi e uno uno dei fatti di cronaca più eclatanti della fine del secolo scorso, ma anche per la curiosità e le polemiche che sono sorte durante la sua produzione.

La famiglia Versace si è dissociata e in un comunicato stampa ha fatto sapere di non aver autorizzato né di aver avuto alcun coinvolgimento nella serie televisiva: "Dato che Versace non ha autorizzato il libro da cui è parzialmente tratta, e non ha preso parte alla stesura della sceneggiatura, questa serie televisiva deve essere considerata un'opera di finzione.", si legge nel comunicato, ma Murphy è certo che la famiglia sarà contenta del lavoro svolto: " Il fatto è che è difficile giudicare la bontà di un prodotto dalle foto rubate che sono scattate durante la produzione ma sono certo che quando il pubblico e la famiglia Versace vedranno il lavoro finito ogni polemica si placcherà, anche perché il nostro lavoro non riguarda tanto il perché Versace fu ucciso ma il perché questo assassinio poté succedere. American Crime Story non racconta solo un crimine ma cerca di ricostruire le condizioni sociali per cui quel crimine è accaduto".

Il nervo forse più scoperto è la sieropositività dello stilista. Gianni Versace non molto tempo prima della sua morte aveva dichiarato la sua omosessualità ma c'era un altro scheletro nell'armadio che lo ossessionava: era HIV positivo.

"Ai tempi - spiega Murphy - se eri sieropositivo il mondo ti crollava addosso, perdevi il lavoro, la tua azienda, venivi ghettizzato. La sua compagnia stava per essere quotata in borsa e Gianni era terrorizzato. Tutto questo verrà raccontato ma lo faremo con tutta la sensibilità necessaria e non potrebbe essere altrimenti. Quando ero un ragazzo Versace era il mio idolo. Io, gay, ero orgoglioso e felice per quella sua intervista, in cui aveva dichiarato la sua omosessualità". La pensa nello stesso modo Ricky Martin, che da pochi giorni ha sposato il fidanzato, l'artista Jwan Yosef: "La prima scena in cui il personaggio di D'Amico appare, è proprio quella in cui Gianni fa coming out e confida al mondo di essere innamorato di un uomo sin dagli anni '80. Ho vissuto sulla mia pelle quelle stesse sensazioni. L'idea di dover nascondere la mia sessualità e poi la soddisfazione di poter dire al mondo chi ero realmente. Girare quella scena è stato bellissimo".(ANSA).

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